del Dott. Massimiliano Noto

La postura, è il racconto della storia personale di uomini e donne che, ivi specchiano vicende e ricordi. La postura esprime il vissuto, è la sommatoria certosina dei movimenti, dei gesti, delle parole, delle emozioni, dei sentimenti compiuti e vissuti nell’arco di una vita, che nel corpo dimorano, trovandone espressione.

Va di moda, parlare di postura.

Per essere didascalici, per mantenere una corretta postura, basterebbe tenere la schiena dritta nelle diverse attività di cui siamo protagonisti, ma questo inflazionato consiglio, da solo non rende giustizia a una materia che attinge, alle leggi della biomeccanica, della fisiologia, e agli assiomi delle neuroscienze, per cui psiche e soma sarebbero inestricabilmente connessi ed interdipendenti.

Secondo alcune ricerche scientifiche, basterebbero pochi minuti di una buona postura, per contribuire ad abbassare i livelli di cortisolo (ormone indicatore di stress). Questo condizionamento è giustificato dai continui feedback tra il sistema nervoso centrale e i recettori del movimento, che elaborano le informazioni provenienti dall’ambiente dall’esterno, e dagli organi interni.

Il nostro corpo, dunque, macchina perfetta, elabora e invia in forma di prodotti ormonali e di movimenti, in una dimensione priva della connotazione spazio-tempo, pensieri, emozioni e movimenti, manifestazioni, sempre, interconnesse.

Se consideriamo la postura, alla luce di lenti così complesse, ne risulta un prodotto involontario, come il 90% dei movimenti, che ha lo scopo di mantenere la posizione eretta, e consentire al sistema nervoso centrale di elaborare e inviare correttamente le informazioni. Ma il sistema é perturbato dalla memorizzazione di ogni attività che influenza ricezioni ed elaborazioni future. Pure il dolore è un elemento condizionante. Come output rappresenta, infatti, un’informazione in uscita, una spia al servizio del sistema nervoso centrale, per segnalare che qualcosa non va. Ma difficilmente ascoltiamo il dolore, e ne ricerchiamo le cause; spesso ricorriamo a medicine magiche, o a sedicenti taumaturghi.

Se assumessimo la postura, quale rimedio terapeutico, come suggeriscono diverse ricerche scientificamente significative, rispettando le indispensabili curve fisiologiche, ne avremmo ricadute positive su ogni organo, apparato e sistema dell’organismo, e anche lo stato dell’umore e le performance fisico-sportive ne avrebbero beneficio. Ma, non è cosa semplice mantenere la postura dei “sogni”, per tutto il giorno, automatizzandone parametri sensoriali e riferimenti anatomici. Infatti, la maggior parte dei movimenti è involontaria, ed è la memoria a governare, e a sottrarli al controllo della corteccia cerebrale: bisognerà cambiare la memoria, per non riassumere posizioni scorrette, potenzialmente dannose, ed elaborare risposte posturali adeguate. Il mezzo è il movimento, in tutte le sue espressioni, dai movimenti necessari per muoverci, alla mobilità oculare, alla respirazione, alla maniera di mangiare e parlare, comprendendo l’influenza dei pensieri e dei sentimenti sul resto.

Soluzioni e conclusioni

La complessità del nostro organismo richiede un approccio multidisciplinare. La rieducazione, infatti, prevede un’equipe di specialisti, che collaborino. Il fisiatra, l’ortopedico, l’oculista, il vestibologo, lo psicologo, il nutrizionista, il chinesiologo, il naturopata, l’osteopata ed altre figure del settore sanitario, potranno, con un progetto di intervento individualizzato, apportare un contributo unico, al risanamento posturale del paziente, per migliorarne il benessere generale, in maniera duratura.

Pillole per una postura corretta:

  1. Attivare il Gran Dorsale (tenendo basse le spalle), chiave di una sinergia muscolare idonea al mantenimento di una linea assonante alle curve fisiologiche;
  2. Ogni movimento necessita di un fulcro, attorno al quale esprimere efficacemente le dinamiche della biomeccanica del corpo, rappresentato dai nostri addominali, in assenza sottoponiamo la schiena ad uno stress troppo alto, di cui prima o poi saremo chiamati a pagare il salato conto;
  3. Se avremo cura di tenere sullo stesso asse verticale la zona pubica e le creste iliache, grazie ad una moderata tensione addominale, avremo fatto un cortese servizio alla nostra schiena;
  4. Qualunque attività richiedente sforzo, dovrà essere svolta in fase espiratoria (quando il diaframma si trova in espansione), ed in retrazione addominale (ombelico risucchiato verso la schiena), per dare una doppia protezione alla schiena;
  5. Svolgere una moderata attività fisica, diventi un’indispensabile abitudine, così come mangiare, bere, e dormire, il nostro organismo, per una lunghissima serie di motivi, ha bisogno di muoversi;
  6. I punti suddetti sarebbero vuoti di significato se non supportati da una corretta respirazione diaframmatica.

La distanza che esiste tra una postura ideale e una disfunzionale, è paragonabile a quella che connota un uomo felice e uno che non lo è. La postura è il corredo multi cromatico che ci consente di discriminare l’uomo di successo, dall’uomo che si accontenta di lottare per una dignitosa sopravvivenza.

Spero che le iperboli, utilizzate per sottolineare l’importanza dell’argomento, stimolino una postura consapevole, disposizione irrinunciabile, e dono, ad una vita sempre più lunga, per scongiurare il rischio che essa diventi penoso, insopportabile calvario.

Nell’epoca dei “seduti” e degli “sdraiati”, Buona postura a tutti, ricordando che le cattive abitudini non si sradicano senza una feroce attenzione per i particolari, complemento di una lucida intenzione, su di essi focalizzata, condite dall’indispensabile motivazione a condurre una vita degna di questo nome.

 

Ti è piaciuto questo articolo e vuoi altri consigli?

Puoi contattare il Dott. Noto

E-mail: maximil.noto@yahoo.it