della Dott.ssa Renata Mazzocchi
I Fiori di Bach sono quel mezzo di guarigione “sottile”, cioè che agisce grazie ad una vibrazione energetica, che permette a quell’insieme di energie che costituiscono i nostri corpi, dal fisico più visibile al corpo emotivo, mentale e di personalità, di riarmonizzarsi, accordandoli al diapason maggiore che suona la nostra essenza più profonda; ognuno la chiami come vuole: Sé, anima, progetto esistenziale, verità che risuona in noi, imperativo etico, o anche per contrapposizione buio, vuoto, notte buia…tutti appellativi che testimoniano la presenza di stimoli evolutivi e di un dialogo attivo tra personalità e…Anima!
Questo succede quando cresciamo e la vita ci stimola a rispondere agli eventi attivando tutte le funzioni in possesso di un essere umano. A volte però si perde il ricordo di quel contatto più profondo con il progetto per cui siamo nati e lì inizia il campo di battaglia, ma anche di riorientamento per nuovi progetti.
Nel bambino ancora non sono presenti i conflitti di personalità o di un corpo mentale o emotivo già condizionato, dunque è più facile che quella nota, portata dai Fiori, operi in lui in modo più rapido e proficuo.
Desidero iniziare a parlare della efficacia che i Fiori hanno sulla delicata psiche del bambino, partendo proprio dal “seme del futuro”: il neonato e prima ancora il campo morfogenetico di creazione del neonato nell’utero meterno, perchè avverto l’importanza e la grande responsabilità che i “creatori” della nuova creatura, debbano assumersi consapevolmente, per coltivare il terreno e lo spazio armonico all’approdo di una futura “nuova umanità”.
Nel libro di E. Bach: “Conosci te stesso”, al capitolo 5, si legge uno dei passi più interessanti ed illuminanti dei suoi scritti, a proposito del tema dell’essere genitori e/o educatori.
Il tema è profondo e delicato poiché parla del grande amore, quello più oblativo ed inclusivo che un essere umano sperimenta e che è l’amore per i figli o per gli alunni. L’essere genitori o insegnanti è un mezzo privilegiato, per mettere o permettere ad un’anima di entrare in contatto con questo mondo, allo scopo di evolversi.
Significa dare a quest’ultima nei suoi primi anni di vita e ancor prima in gravidanza, tutte le cure e assistenza fisiche, morali e spirituali, per rendere questo nobile compito un servizio, se non un dovere all’Umanità.
Iniziamo dunque dalla gravidanza, in cui la disposizione d’animo e i cambiamenti d’umore della mamma si alternano improvvisi e destano agitazione. In tal caso, il colloquio con il floriterapeuta è utile per scoprire l’avvicendarsi dei fiori da somministrare, in base a ciò che emerge. Sarebbe utile , coinvolgere nel colloquio anche il padre.
Quando si avvicina il momento del parto, molte giovani madri diventano paurose e ansiose per la loro salute e quella del nascituro.
Mimulus e Rock rose sono allora indicati per affrontare con coraggio il parto, ma anche Vervain e Impatiens, per rasserenare aspettative indebite e creare il clima di serenità per assaporare tutte le fasi dell’evento.
Se si perde molta energia durante il travaglio possiamo assumere Oak, che insieme a Hornbeam e Olive ridonano energia mentale e fisica, per portare a termine “la creazione”.
Ogni nascita poi, è sempre accompagnata da uno shock energetico, sia per la madre che per il figlio e a parte suggerire la massima attenzione da parte degli operatori (vedi metodo Leboyer), assumere Star of Bethlehem, la stella che orienta nella nuova vita il piccolo e risveglia la mamma alla sua nuova mission”, è consigliabile anche per alcune settimane dopo la nascita; Star of Bethlehem aiuta ad abbandonare vecchi ricordi di traumi passati e consola la psiche che si prepara per una nuova funzione.
Ci ritroviamo alla prossima discussione, per parlarvi dei fiori utili per i neonati e i bambini in età scolare.
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