della dr.ssa Valentina Irato naturopata –
Tra giugno e settembre, in piena stagione estiva, ai bordi delle paludi, si fa riconoscere per la sua bellezza e per i fiori color bianco-rosati una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Malvaceae: l’Althaea officinalis L.
Prodigiosa già dal nome, che deriva dal greco althein- “guarire” – “curare”, è conosciuta con il nome popolare di bismalva proprio per mettere in evidenza la straordinaria efficacia dei suoi principi attivi, simili a quelli della Malva.
Considerata vera panacea, presso i Romani veniva considerata cibo prelibato, mentre veniva utilizzata, in tempo di carestia, dai Siriani, Greci e Turchi.
Le sue proprietà curative erano già note nella medicina di Ippocrate, ma si trovano riferimenti anche nei testi di Orazio, Virgilio, Plinio e Dioscoride. Quest’ultimo, nel “De materia medica”, ne consiglia l’utilizzo per la cura delle affezioni dell’apparato urinario, per le malattie respiratorie e per gli ascessi.
Citata in uno dei Capitolari di Carlo Magno, nel Medio Evo veniva coltivata nei giardini e nei monasteri per le sue proprietà emollienti e per curare ferite e piaghe.
Curiosità!
Non tutti sanno che la radice di Altea veniva utilizzata dai produttori di dolciumi francesi per la preparazione di una prima forma artigianale di marshmallow detta “pâté de guimauve”, dalle proprietà benefiche, indicata in caso di tosse e raucedine. Successivamente sostituirono il succo di altea con la gelatina, più economica e facilmente reperibile. A fine secolo il dolcetto arrivò negli Stati Uniti, dove perse le originarie proprietà curative, si evolse in un prodotto a base di zucchero, che mantenne il nome della pianta da cui origina, infatti marshmallow deriva dall’unione di marsh e mallow che significa “malva della palude”.
L’Altea è nota per le sue proprietà: emolliente, lenitiva, lassativa ed antinfiammatoria. L’azione farmacodinamica è data dalla presenza di mucillagini, che ritroviamo in tutte le parti della pianta, in particolar modo nelle radici.
I meccanismi d’azione delle mucillagini interessano in particolar modo l’apparato digerente, l’apparato respiratorio e la cute.
Esse svolgono un’azione gastro-protettiva a beneficio della mucosa gastrica, lenitiva, antinfiammatoria e antispasmodica a livello intestinale. Le mucillagini, inoltre, una volta ingerite, per la loro capacità di idratarsi, producono una massa viscosa e densa, che ha azione regolatrice dell’evacuazione. Le preparazioni a base di altea sono indicate per il trattamento di esofagite da reflusso, gastroduodenite, colon irritabile, ulcera gastrica, colite, stipsi.
L’Altea risulta utile nella cura delle infiammazioni della mucosa orofaringea, in caso di stomatite, gengivite e faringite. Si ricorda l’uso tradizionale della radice per favorire la dentizione dei bambini.
Per quanto concerne l’apparato respiratorio svolge un’azione sedativa sulla mucosa infiammata, riduce l’intensità e la frequenza della tosse ed è utile nel trattamento della laringite, tracheite, bronchite e pertosse.
Ed infine, per le sue proprietà addolcenti, antipruriginose e protettive, viene impiegata come coadiuvante nei preparati atti ad idratare la cute, in caso di screpolature, bruciature e punture d’insetto.
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la dott.ssa Valentina Irato naturopata
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