della Dr.ssa Alice Angelomè, naturopata –
L’esposizione all’opera d’arte che io propongo a livello terapeutico mette il soggetto nella condizione d’essere attivo osservatore, e noi siamo ben consci del fatto che osservare un dato sistema significa interagire con lo stesso, e quindi modificarlo.
Le opere hanno un enorme potere in questo senso, ma non basta appunto la mera osservazione: è importante dialogare con esse, assorbirle, interpretarle, generare catarsi o mimesi davanti ad esse, in modo che si possa risuonare completamente con le opere, in modo che la nostra frequenza si allinei alla frequenza emanata dall’opera d’arte ed avvenga la trasformazione.
In quest’opera, sembra di perdersi in una terra arcadica, dove Uomo e Natura hanno trovato un loro poetico equilibrio, fatto di armoniche corrispondenze, un luogo spirituale, un enorme giardino universale in cui piante, sculture, fontane d’acqua sacra e cieli stellati costituiscono un vocabolario emozionale di tutto ciò che nutre l’anima.
Apollo e Dafne, immortalati nel marmo dal Bernini, appaiono in questo luogo senza tempo, avvolti dal profumo aromatico delle specie botaniche; in primo piano biancheggia una marmorea scalinata di gusto neoclassico, mentre nel boschetto s’intravede la facciata di un irreale palazzo dorato, che sembra più una visione che una reale architettura.
Titolo del quadro: “La Notte” – JOHANN GEORG VALENTIN RUTHS (1883)
Prova a immergerti qui, e meditare, trovare la tua pace: potrai partire da qui a costruirti il tuo personale spazio meditativo nella mente, un luogo virtuale ma anche un potente strumento di crescita personale, che allena creatività, intuito e concentrazione.
L’Arte qui non è solo strumento di evasione, ma anche di aiuto nella creazione di un proprio luogo mentale dove potersi rifugiare nei momenti di stress, ansia, paura, o semplicemente stanchezza. In un momento storico-sociale come questo, dove l’evasione fisica non è possibile e/o risulta essere molto limitata, è necessario recuperare la dimensione del viaggio al nostro interno, nella mente e nell’anima.
Siamo costretti a casa, ma solo fisicamente, e sbagliamo a pensare di essere solo un corpo. Noi siamo molto di più. Ed è meditativo e rigenerante il fatto di riuscire a crearsi il proprio spazio al di fuori della realtà.
Crearsi il proprio spazio mentale non è solo una pratica di potenziamento a livello meditativo ed energetico, ma aumenta di fatto le nostre percezioni in generale e la nostra capacità di dar vita e corpo ai pensieri. Pensando intensamente, ad esempio, al profumo di una specifica pianta, con una pratica costante saremo in grado di sentirlo, o almeno di generare nel corpo le sensazioni che ci darebbe sentendolo dal vivo.
Qui l’Arte ha proprio il ruolo di catalizzare questa creazione: immergendosi dapprima con lo sguardo in questo spazio magico e sognante, dominato dalla Bellezza, dall’Armonia e dalla Proporzione e poi, in secondo luogo, cominciando a traguardarlo, con gli occhi della mente, fino a generare la propria immagine.
Nel nostro spazio mentale personale siamo in grado di attingere, a poco a poco, a tutto il nostro potenziale, e diventare sempre più autonomi nei nostri processi di evoluzione e guarigione.
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