della Dott.ssa Leili Khosravi

La Calatonia è una tecnica che applica il tocco sottile di parti specifiche del corpo e crea un bilanciamento a livello neuro-ormonale con l’effetto immediato di uno stato di benessere del paziente (1).

Richiede un’adeguata preparazione dell’operatore, non solo nella conoscenza dell’anatomia e della fisiologia del corpo umano, ma soprattutto una conoscenza dei vari livelli o corpi che compongono l’essere umano: il corpo emotivo e mentale, il biocampo umano e il corpo eterico fino all’aspetto spirituale dell’uomo.  

Durante ciascun incontro ho osservato nei pazienti che ricevono il trattamento, che se questo non venisse nuovamente applicato, il soggetto ne sentirebbe la mancanza. Questo fa pensare che il tocco crea una memoria nel corpo e nella coscienza, come una certa dipendenza.

Un’altra osservazione clinica degna di nota è un’alterata percezione dello spazio e del tempo.

In genere la durata media di un trattamento va dai 20 ai 30 minuti, durante i quali il paziente entra in uno stato di coscienza alterata; il soggetto è in stato di veglia ma la cognizione spazio temporale è alterata; spesso in seguito al trattamento, condivide la percezione trasformata dei confini del proprio corpo, oppure delle onde che lo attraversano e producono delle pieghe, come se il corpo fosse multidimensionale.

In relazione alla percezione del tempo, spesso riferiscono che il trattamento è stato molto lungo, oppure di avere avuto rimembranze molto antiche che però sono percepite come attuali. Una mia paziente di 60 anni, in seguito a un trattamento, mi disse che aveva rivissuto un’esperienza che aveva avuto a 6 anni in modo molto vivido come se fosse stato “qui ed ora”, questo di per sé permette un processo di risanamento sia psichico che energetico.

Vorrei sottolineare che gli effetti di questo trattamento sono puramente individuali; più avanti vedremo che questo dipende da molti fattori tra cui quello della memoria dermica dell’individuo e la consapevolezza dei propri corpi.

Questa tecnica, che come abbiamo detto si serve del tocco, trova nella pelle il suo organo d’elezione: la nostra pelle, dal punto di vista embriologico, ha origine nell’ectoderma, cioè il foglietto più esterno, lo stesso foglietto embrionale che dà origine al sistema nervoso e ai nostri sensi.

La nostra pelle permette di registrare le informazioni ricevute dall’esterno e altrettanto con le sue reazioni trasmette la nostra percezione interna; basta osservare le differenti caratteristiche della pelle in relazione alla nostra dieta o allo stato emotivo. Inoltre le informazioni ricevute dalla pelle vengono elaborate nel sistema limbico, il cervello emozionale, creando emozioni corrispondenti ai tocchi ricevuti nella vita.

Così la nostra pelle sviluppa un suo proprio linguaggio di comunicazione caratterizzato anche dalla memoria.

Eva Reich (2) parlava della “memoria dermica”, riferita al tocco che il neonato riceve nel momento della nascita, da come viene tenuto, massaggiato o accarezzato. Soprattutto conserva il ricordo della intensità, durata e qualità di questo tocco, che traccia una memoria somatica indelebile.

Pochi giorni fa è stato pubblicato (3) un articolo che tratta la scoperta di un nuovo organo, tra i più grandi del corpo umano: si chiama interstizio, e si trova diffuso in tutto l’organismo, sotto la pelle e nei tessuti che rivestono l’apparato digerente, i polmoni, i vasi sanguigni e i muscoli. Questo organo è stato studiato, per la prima volta, dal vivo, cioè non isolato dall’organismo, ed è stato scoperto che il reticolo proteico che lo forma può generare correnti elettriche e impedire che i tessuti si lacerino durante l’attività.

Tutti questi dati e in particolare questa nuova scoperta, ci danno conferma su come il tocco possa favorire un processo di riequilibrio sistemico sia attraverso il sistema nervoso autonomo – vi ricordo che in un centimetro quadrato di pelle abbiamo circa 130 recettori tattili e il corpo umano è coperto dal 200 cm quadrati di pelle (4) – che attraverso l’organo Interstiziale; può promuovere un riequilibrio interscalare (organi, tessuti, cellule) e persino tra i corpi fisico, emotivo, mentale e spirituale.

Questo spiegherebbe anche gli effetti a distanza come l’emergere di ricordi, sogni e immagini che influenzano lo stato di benessere del paziente, la riorganizzazione della propria immagine corporea e gli aspetti psicodinamici. (5)

Considerando l’essere umano come un essere bio-psico-spirituale, sicuramente la Calatonia favorisce il benessere integrale; vorrei citare una frase della Dott.ssa Marianne Ligeti, una Psicologa che è stato allieva del Dott. Petho Sandor (fondatore della tecnica) e che applica la Calatonia da circa 40 anni, che afferma “La Calatonia, attraverso il silenzio, l’esperienza diretta e il tocco dolce, permette all’anima di brillare”. (6)

 

Note bibliografiche:

  1. Leili Khosravi, Calatonia: una tecnica di riequilibrio sistemico, Naturovaloris
  2. Reich, E. Zornanszky (2006), Bioenergetica dolce, Tecniche Nuove, Milano
  3. ANSA 28 marzo 2018, Scoperto un nuovo organo nel corpo umano
  4. Da Anastasi, Capitani et all., Trattato di Anatomia Umana, Edi-Ermes, 2012; pagina 15
  5. Rosa Maria Farah, Calatonia, Subtle Touch in Psychotherapy, pagina 7
  6. Rosa Maria Farah, Calatonia, Subtle Touch in Psychotherapy, pagina 87-96

 

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