CAMMINARE FA BENE…

Del Dott. Massimiliano Noto

 

Il camminare è un movimento innato, un gesto antico quanto l’uomo. La deambulazione è uno stadio dello sviluppo motorio che si acquisisce spontaneamente e non comporta traumi all’apparato muscolo-scheletrico, come invece può succedere con la corsa.

Nella nostra epoca, dove velocità si coniuga con comunicazione, il camminare, pur rappresentando un gesto rivoluzionario, comincia a riscuotere un successo crescente, soprattutto tra persone che, vivendo nelle grandi città, sentono l’esigenza di un ritorno alla natura, per soddisfare i bisogni più profondi. Al sistema che viaggia a velocità folli, se ne contrappone uno che si sposta a velocità sostenibili. In questa visione camminare, assume, anche un significato meditativo, a rappresentazione della nostra essenza   in relazione con il mondo. Esercitare la libera espressione del cammino, esprime tacitamente l’inquietudine dell’uomo e il suo continuo vagare alla ricerca della sua dimensione divina. Secondo questo approccio epistemologico, una camminata veloce è antitetica alla camminata strumento di ricerca, all’introspezione, al viaggio per incontrare il prossimo e raggiungere noi stessi. Così osservato, il camminare diventa strumento di auto osservazione, per guardarsi dentro e cercare di capirsi fino in fondo: diventa “arte”.  Per fare un esempio, camminare in silenzio, focalizzando l’attenzione sulla respirazione, sul corpo e sulla consapevolezza del camminare, magari scalzi o bendati, consente una maggiore percezione, anche, della dimensione interiore. Per raggiungere dei buoni risultati, bisognerebbe esercitarsi con costanza e magari con una guida esperta; ma chi si avvicina a questa pratica ne ha tratto, comunque, vantaggio. Il camminare come “arte”, processo naturale di depurazione dei diversi aspetti della sfera umana, non può prescindere dai ritmi lenti, senza l’ansia dell’arrivo, né da un’alimentazione sana e dalla scelta di curarsi con i rimedi della natura. L’artista della camminata non ha un orologio al polso, che gli ricorda la “falsa” dimensione temporale alla quale ordinariamente soggiace, che lo limita, rendendolo un essere nevrotico e insoddisfatto. A questo aspetto filosofico-trascendentale del camminare se ne affianca un altro, che impernia la necessità della sua pratica, sugli incontrovertibili principi della “mater” fisiologia. Tutti sanno, o dovrebbero sapere:     

  • camminare, migliora il tono muscolare, per cui la fibra, irrorata da più sangue, si ossigena e si rinforza; le articolazioni mantengono un elevato grado di elasticità, e anche il tessuto osseo si mantiene compatto, prevenendo il rischio di osteoporosi. Il raddoppio delle fratture femminili, dell’anca, degli ultimi 30 anni, si accompagna ad una riduzione del camminare tra le donne di età compresa tra i 3o e i 59 anni.
  • camminare, fa bene al muscolo più importante del nostro corpo: il cuore. Esercitare il cammino, stimola il cuore, che crescerà in massa e potenza. Ogni contrazione il ventricolo spingerà una maggior quantità di sangue nell’Aorta, riducendo la frequenza cardiaca e grazie a dei vasi (vene e arterie) più elastici, il sangue scorrerà incontrando meno resistenza. Il camminatore ha una corretta pressione arteriosa e un valore del’indice del colesterolo entro limiti fisiologici. Chi cammina a passo sostenuto, anche solo 30 minuti al giorno, abbassa del 30-40% i rischi di infarti e ictus.
  • camminare, migliora, anche l’apparato respiratorio, perché i muscoli annessi alla gabbia toracica, si rinforzano e permettono un maggiore ampliamento dello spazio per i polmoni, i quali possono espandersi carichi di ossigeno, dunque si registrerà un rallentamento della frequenza respiratoria, per la maggior quantità di aria espirata a seguito di una maggiore espansione del torace, realizzando un costante, vigoroso, naturale massaggio per tutti gli organi toracici e addominali.
  • camminare, fa bene ai piedi. La struttura muscolare del piede, innervata e vascolarizzata, durante il cammino, viene alternativamente compressa e rilassata: il sangue venoso viene spinto in alto, quello arterioso aspirato in basso. I piedi in cammino sono, dunque, due pompe, che affiancano e aiutano la pompa principale, quella cardiaca. Secondo la riflessologia, inoltre, alle varie zone sulla pianta del piede corrispondono gli organi del corpo e quindi ogni passo è un messaggio/massaggio benefico per l’intero organismo.
  • camminare, fa bene anche, al sistema nervoso, migliora l’umore, allevia gli stati ansioso-depressivi e fa dormire meglio. Le endorfine e la serotonina, prodotti quando i muscoli si attivano, regalano una diffusa sensazione di benessere al corpo e alla “testa”.
  • camminare, è un esercizio che chiunque può praticare, a tutte le età, senza una particolare preparazione, fatta eccezione per un paio di scarpe adatte e qualche piccolo accorgimento nell’abbigliamento.

EFFETTI COLLATERALI?

  • ASSUEFAZIONE ALLA NATURA, ALL’ARIA PURA E AGLI SPAZI APERTI;
  • INTOLLERANZA AL TRAFFICO E AI RUMORI ASSORDANTI;
  • STATO D’ANSIA PROVOCATO DAL TEMPO MANCANTE ALLA PROSSIMA CAMMINATA;
  • MINOR USO DI FARMACI;
  • DIMINUZIONE DEL NUMERO DI ORE PASSATE DAVANTI ALLA TV.

Non mi resta che augurare buona camminata a tutti!

Ti è piaciuto questo articolo e vuoi altri consigli?

Puoi contattare il Dott. Noto

E-mail: maximil.noto@yahoo.it