della dr.ssa Leili Khosravi  –

Tutte le strutture e i processi nell’Universo, nell’Uomo e nell’Atomo nascono da una continua interazione tra due polarità, o per meglio dire “due principi”.

Anche nell’interazione uomo-donna si avvia il processo della fecondazione e della creazione di un embrione, poi del feto e quindi del neonato.

Lo stesso avviene nell’interazione interna tra la nostra anima (parte spirituale dell’individuo) e il pensiero, che dà origine a un’azione/parola impregnata d’amore e quindi con un potere creativo speciale che possiamo chiamare arte, scienza o filosofia attraverso le quali nasce la cultura e la civiltà umana.

Se guardiamo l’interazione tra i ritmi biologici, per esempio l’attività cardiaca e il ritmo respiratorio, ci accorgiamo che sono fortemente interconnessi: infatti se noi cambiamo il ritmo del respiro, viene di conseguenza regolata anche l’attività cardiaca, e dalla loro interazione si crea quel campo che chiamiamo “campo del cuore”.

E’ interessante osservare che questo rapporto riguarda anche la relazione tra i pianeti a livello cosmologico; lo possiamo per esempio osservare nel sistema solare, dove i pianeti creano delle coppie in base alle loro dimensioni. Il pianeta Venere è associato alla Terra; nella letteratura antica Venere viene chiamato il pianeta gemello della Terra, e viene descritto come parte animica del nostro pianeta.

Anche i due modelli adottati dall’umanità per descrivere la realtà, lo spazio e il tempo, stabiliscono la stessa interrelazione, dove lo spazio descrive l’aspetto statico della realtà che noi definiamo come struttura, e il tempo descrive l’aspetto dinamico della realtà, vale a dire i processi. Possiamo dire lo stesso anche per i modelli che descrivono la coscienza e la materia, la prima infatti descrive una realtà più ampia che va oltre l’individuo e la seconda descrive la percezione tridimensionale e limitata della realtà.

Gli esempi descritti portano l’attenzione all’interdipendenza tra i due poli, che sono profondamente diversi ma essenziali affinché si possa percepire il fenomeno vita come unitario, non limitato alla vita biologica, ma come un fenomeno cosmico, così come viene descritto nel paradigma interscalare.

 Ora possiamo chiederci: “Perché tutto è duale? Perché la polarità è la base di tutti i fenomeni nell’universo?”

Ecco che il paradigma interscalare offre una spiegazione fondamentale: esso afferma che tutte le strutture e i processi nell’universo nascono dalle armoniche di due frequenze essenziali; queste sono date dall’elettrone e dal protone che sono frequenze stabili nella scala quantica. Questi due metronomi subatomici danno ritmo e creano le rette relazioni in tutte le scale dell’universo; il loro rapporto matematico è predefinito dal numero di Eulero 2,718 e dal numero Pi greco 3,141.

È interessante il fatto che anche qui incontriamo 2 numeri trascendenti, il primo dona stabilità e permette la crescita armonica dei processi e delle strutture, e il secondo causa mobilità, infatti grazie al Pi greco tutto è in continua oscillazione, dall’atomo fino al movimento incessante di pianeti e stelle.

Come potete notare, tutte queste dualità citate ci portano a comprendere che sono dualità complementari: un atomo non può esistere se viene a mancare uno dei due oscillatori fondamentali; nello stesso modo la creatività dell’uomo avviene attraverso la scintilla che collega lo spirito con la mente, e ancora, è dall’incontro tra gli spermatozoi e l’ovulo che abbiamo l’avvio della vita di un embrione.

È anche interessante osservare come nei secoli la descrizione della realtà, nella filosofia e nella scienza, ha trovato dei modelli duali per poterla descrivere.  

Come vedete la percezione dell’unità è un processo che passa attraverso l’esperienza vissuta della dualità. Questa informazione fa parte del nostro codice dell’esistenza. Non a caso anche nella Genesi cap. 1 leggiamo: “Dio creo l’uomo a sua immagine; maschio e femmina li creo”.

Dio, cioè l’Unità, crea l’essere umano a sua immagine e somiglianza, ciò significa che l’essere umano nasce per fare esperienza dell’unità divina, ma questa unità la si può sperimentare solo in quanto avviene un incontro tra due poli, maschile e femminile. È molto importante capire che questo incontro può avvenire su molti piani diversi, oltre a quello con l’altro sesso, anche tra piani dello stesso individuo e l’incontro creerà sempre un sorprendente senso di unità creativa associato ad un profondo benessere. 

Grazie a questa comprensione scopriamo che l’esperienza dell’unità è un processo incessante di relazione tra differenti livelli in noi e le diversi relazioni al di fuori di noi che la vita ci offre, a partire dalla relazione con i nostri genitori, con la scuola, con l’altro sesso, con il datore di lavoro ecc..

In questa visione possiamo comprendere anche l’evento della salute e della malattia, che diventano due poli, ed è grazie a loro che possiamo raggiungere un nuovo punto di unità che emerge in noi, cosi la percezione della realtà cambia man mano che sperimentiamo e percorriamo il sentiero dell’unità.

Il lavoro del Naturopata non è combattere contro un polo o l’altro, ma sostenere il processo nel quale la persona è, per sperimentare un nuovo punto di unità verso il quale la sua vita è proiettata.

 

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