del Massoterapista MCB e Riflessologo Plantare, Giuseppe Calcagno –

 

Elogio dei piedi, di Erri de Luca

Perché reggono l’intero peso
Perché sanno tenersi su appoggi e appigli minimi
Perché sanno correre sugli scogli e neanche i cavalli lo sanno fare
Perché portano via
Perché sono la parte più prigioniera di un corpo incarcerato. E chi esce dopo molti anni deve imparare di nuovo a camminare in linea retta
Perché sanno saltare, e non è colpa loro se più in alto nello scheletro non ci sono ali
Perché scalzi sono belli
Perché sanno piantarsi nel mezzo della strada come muli e fare una siepe davanti al cancello di una fabbrica
Perché sanno giocare con la palla e sanno nuotare
Perché per qualche popolo pratico erano unità di misura
Perché quelli di donna facevano friggere i versi di Puskin
Perché gli antichi li amavano e per prima cura di ospitalità li lavavano al viandante
Perché sanno pregare dondolandosi davanti a un muro o ripiegati indietro da un inginocchiatoio
Perché mai capirò come fanno a correre contando su un appoggio solo
Perché sono allegri e sanno ballare il meraviglioso tango, il croccante tip-tap, la ruffiana tarantella
Perché non sanno annusare e non impugnano armi
Perché sono stati crocefissi
Perché anche quando si vorrebbe assestarli nel sedere di qualcuno, viene scrupolo che il bersaglio non meriti l’appoggio
Perché come le capre amano il sale
Perché non hanno fretta di nascere, però poi quando arriva il punto di morire scalciano in nome del corpo contro la morte
Perché i piedi non mentono

 

Questa meravigliosa poesia di Erri De Luca esprime in modo chiaro la particolarità e la straordinaria importanza di questa parte del corpo, oggi poco considerata se non nei momenti di dolenzia, gonfiore, o problemi specifici. Paragonabile ad una pianta che stende i suoi rami verso il cielo e che verso l’alto proietta la sua esuberanza e la bellezza dei suoi fiori e delle sue foglie, l’uomo ha le sue radici nei piedi che costituiscono la base sulla quale appoggia il suo corpo e dove si concentrano tutti i suoi punti vitali.
Va innanzitutto rilevato che il piede umano non ha riscontro nell’intero mondo animale.

Il nostro fegato, i reni, il cuore e tutti gli altri organi hanno notevoli similitudini con i corrispondenti organi di diversi animali (specie con i primati), tanto che in alcuni casi particolari si può giungere persino a trapiantare organi appartenenti a scimpanzé o ad altri animali su persone ammalate.
Il piede umano invece, così come è strutturato, è prerogativa esclusiva dell’homo sapiens; una specie di marchio di qualità che l’uomo si porta dietro, spesso senza tenerne gran conto. Si tratta invece di una parte del corpo umano molto armoniosa e sensibile. Concepito dal punto di vista meccanico e strutturale in modo veramente mirabile, il piede è un organo molto complesso.

Nell’antichità, quando i piedi costituivano il più valido mezzo di trasporto dell’uomo, ad essi venivano tributati attenzioni ed onori. Nell’epoca biblica la lavanda dei piedi era una cerimonia che assumeva quasi un aspetto religioso. Gli egizi, come attestano numerosi papiri, tenevano in tale conto queste nostre appendici da essere in grado di curarne ogni malanno e da elencare precise norme per prevenirne l’insorgere.  In india i piedi dei grandi maestri sono venerati, perché di fatto in tal modo si onora il loro progresso spirituale.

Il progresso e la diffusione dei più svariati mezzi di trasporto hanno spinto l’uomo a limitare sempre di più l’uso dei suoi piedi e quindi di trascurare le sue radici che invece rappresentano una delle basi principali del suo equilibrio fisico e a volte anche psichico; di conseguenza da questa trascuratezza è derivata una diffusa negligenza per quanto riguarda la loro cura e “manutenzione”.

I nostri piedi sono così importanti e fanno così tanto per noi, ma spesso noi li ignoriamo e li trascuriamo a causa di una cultura che da tutta l’importanza alla parte alta del corpo, alla testa, al torace mentre dimentica e svaluta gli arti inferiori.

Sapevate che una persona media fa da 3000 a 8000 passi al giorno? E che questo significa che ognuno di noi nel corso della sua vita cammina più volte la circonferenza della Terra? E che da due terzi a tre quarti della popolazione dei paesi civilizzati ha prima o poi qualche problema ai piedi?

Ecco qui alcune notizie interessanti:

Il piede umano è una tensostruttura molto resistente, costituita da 26 ossa, 33 articolazioni, oltre 100 tra muscoli, tendini e legamenti.

In un piede ci sono oltre 7000 terminazioni nervose ed oltre 100.000 ghiandole sudoripare.

Camminare è il miglior esercizio per i piedi. Contribuisce alla salute di tutto il corpo, grazie al miglioramento della circolazione.

Ad ogni passo, quando il tallone si solleva dal suolo, l’articolazione metatarso-falangea dell’alluce sostiene metà del peso del corpo. Nell’arco di una giornata di cammino, in media i piedi sopportano un peso totale di qualche centinaio di tonnellate. L’equivalente di un TIR pieno di cemento.

Se le ossa e le articolazioni dei piedi sono fuori allineamento, tutto il corpo ne soffrirà.

Le donne hanno problemi ai piedi circa quattro volte più degli uomini, in parte a causa delle scarpe strette e con i tacchi alti.

Si tratta del nostro punto d’appoggio al suolo, della parte sulla quale tutto il nostro corpo poggia e si appoggia per gli spostamenti e per i movimenti. Il piede ci permette di “spingere” in avanti e di conseguenza di avanzare, come pure di bloccare i nostri appoggi e, conseguentemente, di rimanere sulle nostre posizioni.
Il piede rappresenta quindi il mondo delle posizioni, l’estremità manifesta della nostra relazione con il mondo esterno. Simboleggia i nostri atteggiamenti, le nostre posizioni affermate e riconosciute, il nostro ruolo ufficiale. Non si mette forse il piede tra la porta per bloccarla?

Vediamo insieme alcune espressioni idiomatiche con la parola “piede“:

  • partire col piede giusto / partire col piede sbagliato ⇒ iniziare qualcosa con una mossa giusta o sbagliata: essere gentile con i tuoi nuovi colleghi è un buon modo per partire con il piede giusto;
  • darsi la zappa sui piedi ⇒ danneggiarsi, procurarsi del danno con un’azione che porta a risultati controproducenti: quando l’ho assunto pensavo che sarebbe stato un valido collaboratore e invece mi sono dato la zappa sui piedi, ho scoperto infatti che si comportava in modo disonesto arrecando danno a tutta l’azienda;
  • andarci con i piedi di piombo ⇒ affrontare con molta cautela una situazione: questo è un problema molto delicato, meglio andarci con i piedi di piombo;
  • togliersi dai piedi ⇒ andarsene: quel ragazzo stava dando fastidio a tutti, per fortuna a un certo punto si è tolto dai piedi;
  • puntare i piedi ⇒ ostinarsi, incaponirsi: per ottenere le cose bisogna insistere, puntare i piedi, non arrendersi mai;
  • (qualcosa) fatto con i piedi ⇒ si dice di cosa fatta malissimo: devi impegnarti di più, questo compito è fatto con i piedi!
  • su due piedi ⇒ all’improvviso: ci stavamo divertendo molto e Marco ha deciso su due piedi di andarsene, ma non abbiamo capito il perché;
  • prendere piede ⇒ diffondersi, affermarsi: in questi ultimi anni ha preso piede la moda di farsi foto con il telefono;
  • mettere in piedi ⇒ preparare, allestire, costruire, far sorgere: mio padre ha messo in piedi questa azienda dal nulla e ora me ne occuperò io;
  • essere sul piede di guerra ⇒ essere pronto a combattere, essere pronto allo scontro: i lavoratori sono sul piede di guerra e scenderanno in piazza per protestare;
  • il tallone d’Achille ⇒ punto debole di una persona o di una situazione.

Si tratta della chiave simbolica dei nostri sostegni “relazionali”, il che spiega l’importanza del rito del lavacro dei piedi in tutte le tradizioni. Esso purificava la relazione dell’uomo con il mondo e con il “divino”. Infine, è un simbolo di libertà in quanto consente il movimento.

Del resto, non è un caso che in Cina i piedi delle fanciulle venissero fasciati. Sotto il pretesto di un significato erotico ed estetico si celava infatti la convinzione che fosse possibile rinchiudere, imprigionare la donna in una modalità relazionale di dipendenza nei confronti dell’uomo, limitandone il potenziale di mobilità.
Lo stesso fenomeno esiste anche nelle nostre società occidentali dove le donne “dovevano” portare dei tacchi “a spillo” per corrispondere a un certo schema.
Per pura combinazione, si è potuto constatare che, ma mano che la “liberazione” delle donne faceva il suo corso, l’altezza dei tacchi delle loro scarpe diminuiva. Oggi un numero sempre crescente di donne, soprattutto nelle nuove generazioni, porta esclusivamente scarpe con il tacco basso.

Le compromissioni dei piedi sono innumerevoli sul piano simbolico, psicologico, culturale antropologico, fisiologico posturale, del benessere olistico della persona.

 

 

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