della Dr.ssa Mariuccia Sofia  –

In parte sì, il nostro respiro si è fatto più breve, più corto, più superficiale. Ma potrebbe non essere un male.

Che fine hanno fatto i bei respironi? Quelle belle boccate d’aria che tutti ci hanno sempre suggerito di prendere?

Indagando sulla riabilitazione respiratoria, così necessaria in questo momento come prevenzione ma anche come recupero dopo un’influenza da Covid, anche senza che sia subentrata una più severa sindrome respiratoria acuta (SARS 2) tale da necessitare il ricovero in ospedale, ho approfondito gli studi del medico russo, Kostantin Buteyko, attraverso il libro di una collega, Fiamma Ferraro, che in Italia rappresenta il suo metodo. Buteyko, nel secolo scorso, ha intuito l’importanza dell’anidride carbonica, non come elemento di scarto, ma come facilitatore nell’organismo di una migliore trasmissione dell’Ossigeno nei tessuti, condizione che, si è visto anche in studi più recenti,  è favorita da una maggiore presenza di CO2 nell’organismo dopo l’espirazione. Al-Delaimy WK et al. .2001.  Courtney R, Cohen M. 2008

Buteyko, il cui metodo ha trovato larga applicazione soprattutto in Russia in campo pneumologico nella cura dei pazienti asmatici, validò scientificamente ciò che le antiche culture orientali hanno sempre ricordato, cioè che il respiro va ben dosato. Per i cinesi nasciamo con un determinato numero di respiri, esaurito il quale, muoriamo. Per gli indiani il respiro va trattenuto per impregnarlo della luce interiore e donato all’esterno per migliorare il mondo fuori di noi. Nella tradizione yogica e nel buddismo si dà importanza all’espirazione più lunga dell’inspirazione per addestrarsi alla “vacuità”.

Da clinico,  Buteyko osservava: “Un’attività respiratoria “rumorosa e profonda” da parte di un asmatico era fino ad ora considerata come una conseguenza della patologia. Nessuno poteva nemmeno sospettare che una “respirazione profonda” potesse essere la causa dell’asma bronchiale, né che un’accresciuta profondità nel respiro potesse provocare l’apparizione dei sintomi tipici di questa patologia”.

Oggi il suo metodo, da oltre mezzo secolo diffuso in Russia e nei paesi dell’ex Unione sovietica, in Germania e nel Nord Europa, viene studiato con attenzione anche per la riduzione del consumo di farmaci in soggetti asmatici che arrivano ad equilibrare fino a far scomparire del tutto la sintomatologia senza l’ausilio di broncodilatatori.

Pensare al respiro, percepirlo, visualizzarlo: prima che arrivasse la Mindfulness è stato Buteyko in Occidente a farci scoprire l’importanza di essere consapevoli della nostra capacità respiratoria, senza eccessi, senza abusare, trattando con delicatezza il processo per favorire l’altro aspetto, ovvero la sufficiente presenza di CO2 che permette il corretto uso dell’Ossigeno da parte dei tessuti. Il metodo ci invita a non confondere un respiro profondo con un grande respiro. “Un respiro profondo è quello preso da un bebè e lo si può facilmente osservare dai movimenti del pancino. Un grande respiro viene preso attraverso la bocca e solitamente implica un movimento della parte alte del petto”. Il secondo comporta “iperventilazione”, uno stato che da Buteyko in poi viene considerato più nocivo e, nel caso dell’asma, l’aspetto che può scatenare le crisi.

Secondo le parole del Professor Buteyko “L’eliminazione di Anidride Carbonica da parte dell’organismo causa spasmi a bronchi, vasi ed intestini ecc. Ciò riduce l’apporto di Ossigeno che porta ad una mancanza di essa, la quale renderà il respiro più pesante, completando così il circolo vizioso.”

Ma cosa occorre fare per respirare profondamente?

Certamente il primo passo sarà diventare consapevoli del proprio Respiro, imparando ad osservarlo.

Quindi portare l’attenzione alla percezione del Respiro nel Corpo: in quale parte lo sentiamo presente? Questo atteggiamento, che fa da base alle tecniche di Mindfulness, permette di abituarci a rallentare e quindi nel tempo a sviluppare la capacità di “gustarsi” il respiro. Un respiro un po’ più corto di quello che idealisticamente immaginiamo debba essere un buon respiro, inspirando ed espirando dal naso, impegnandosi a respirare in maniera calma e delicata.

Questo ci riporta ad un cambiamento radicale del nostro modo di concepire l’”uso” che facciamo dei nostri corpi.

“Ognuno di noi dovrebbe mangiare meno, respirare meno e dormire meno ed essere fisicamente molto attivo e dare sempre il meglio. Si tratta di un cambiamento fondamentale, una vera e propria ristrutturazione. Questo è tutto ciò che dobbiamo fare ai giorni nostri”, scriveva il professor Konstantin Buteyko. Ricorda il “Vivere parvo”, il motto di Osawa, padre della Macrobiotica, il che ci fa riflettere su come tutti coloro che hanno osservato la complessità del corpo e le sue risorse hanno sempre invitato ad un uso gentile di questa macchina di sofisticata tecnologia millenaria, evitando di sprecare energie che potrebbero invece garantirci una vita serena, lunga e certamente più libera da malattie.

 

Riferimenti bibliografici :

Fiamma Ferraro, “Attacco all’asma” Macro Edizioni

“Chiudi La Bocca”  Manuale Buteyko Breathing Clinic. pdf online

 

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