A cura della Dott.ssa Valentina Ganz
Ogni giorno compiamo piccole azioni che incidono a lungo termine sulla salute e sulla bellezza della nostra pelle. La scelta dei prodotti di detersione, gli attivi presenti nelle creme, i cibi di cui ci nutriamo, il nostro stile di vita (dalle sigarette alle ore di sonno), contribuiscono nel bene e nel male all’immagine che vediamo riflessa nel nostro specchio al mattino. Ecco perché è fondamentale analizzare i diversi agenti che influiscono sulla nostra pelle: in questo articolo lo faremo seguendo il concetto di esposoma.
Il termine esposoma descrive la totalità degli agenti cui un individuo è esposto dal concepimento alla morte; sono inclusi i fattori esterni, interni e la riposta del corpo umano a questi fattori. Questo concetto è stato solo recentemente introdotto da Christopher Wild nel mondo dell’epidemiologia, a sottolineare l’importanza dello studio dell’esposizione ambientale nel suo complesso rispetto agli effetti sulla salute. Sono di recente pubblicazione (2016, Krutmann et al. Journal of Dermatological Science) studi specifici sull’esposoma della pelle e in particolare sull’esposoma dell’invecchiamento cutaneo, che costituisce l’ideale campo di approfondimento della pelle sana.
La pelle è un organo barriera costantemente esposto ad un’ampia gamma di fattori ambientali. L’esposoma della pelle prende in considerazione i fattori che incidono negativamente sull’invecchiamento cutaneo: radiazioni solari, inquinamento ambientale, tabacco, alimentazione, temperatura, stress, carenza di sonno, come indicato nell’immagine. Non vanno trascurati però una serie di fattori significativi e molto meno studiati, come ad esempio la qualità dei cosmetici utilizzati nel corso della vita.
Partiamo dall’inquinamento dell’aria: numerosi studi evidenziano la relazione fra gli inquinanti e l’invecchiamento cutaneo. Uno studio epidemiologico condotto su donne anziane caucasiche (SALIA study) ha sottolineato il ruolo dell’esposizione a materia particolata presente nell’inquinamento da traffico e l’invecchiamento cutaneo. Sono stati condotti anche studi incrociati in Cina, in aree di particolare inquinamento sia rurale che urbano. E’ stata inoltre segnalata una correlazione presente fra il biossido di azoto (NO2), un inquinante comune nell’aria, e la formazione di macchie cutanee nella popolazione femminile sopra i 50 anni (studio condotto in Germania). I risultati sono stati ulteriormente confermati da indagini condotte sulla popolazione cinese di Han. Un incremento di 10 μg/m3 NO2 è stato associato con il 25% in più di macchie cutanee sulle guance delle donne tedesche, 24% sulle donne cinesi. Un altro recente studio indica come l’esposizione a inquinamento da ozono possa essere associato alla formazione delle rughe. Il contatto regolare con l’ozono porta ad una deplezione degli antiossidanti dallo strato corneo, ad un aumento della perossidazione lipidica e della ossidazione proteica della pelle. A livello del suolo la molecola di ozono si forma quando altri inquinanti, principalmente ossidi di azoto e composti organici volatili, reagiscono a causa della presenza della radiazione solare. Le concentrazioni di ozono sono influenzate da diverse variabili meteorologiche, come l’intensità della radiazione solare, la temperatura, la direzione e la velocità del vento. Nei periodi tardo-primaverili ed estivi, le particolari condizioni di alta pressione, elevate temperature e scarsa ventilazione favoriscono il ristagno e l’accumulo degli inquinanti. Il forte irraggiamento solare innesca una serie di reazioni fotochimiche che determinano concentrazioni di ozono più elevate rispetto al livello naturale. La dinamica di formazione dell’ozono è tale per cui grandi masse d’aria possono spostarsi anche a decine/centinaia di chilometri di distanza dalle fonti di emissione degli inquinanti precursori, non risparmiando nemmeno le zone più rurali.
Fumo e pelle: la relazione negativa è supportata da studi epidemiologici e in vitro. La pelle dei fumatori è caratterizzata da rugosità facciale, in particolare intorno alla bocca, agli occhi e al labbro superiore. Nei grandi fumatori è stata trovata iperpigmentazione della mucosa orale e il fumo provoca anche variazioni della pigmentazione cutanea, modificando l’attività dei melanociti. Notevole è inoltre il danno ossidativo indotto dal fumo e l’inibizione dell’attività antiossidante di difesa dell’organismo.
Alimentazione: gli studi scientifici hanno evidenziato come una dieta ricca in antiossidanti influenzi positivamente il rallentamento dell’invecchiamento cutaneo, in particolare la supplementazione con vitamina C è associata ad una diminuzione della comparsa delle rughe, così come una dieta ricca di verdura, olio di oliva e legumi come fonti proteiche. Sotto accusa per quanto riguarda l’accelerazione dell’invecchiamento cutaneo sono l’assunzione in quantità importanti di carne, burro, zucchero.
Stress: ci sono evidenze cliniche sull’impatto negativo dello stress sull’integrità cutanea, sulla permeabilità, sulla capacità di recupero dello stato di benessere. Tutti i disordini cutanei possono essere esacerbati dallo stress che, intervenendo sull’attivazione del sistema nervoso autonomo, del sistema renina-angiotensina e dell’asse ipolatamo ipofisi surrene, determina nel lungo periodo disfunzioni immunitarie croniche, aumento della produzione di ROS e danni al DNA, tutti fattori che accelerano l’invecchiamento cutaneo.
Deficit di sonno: è stato riconosciuto l’impatto della privazione del sonno nell’aumento del rischio di molti disturbi cronici, come ipertensione, diabete mellito, obesità, disordini cardiovascolari, depressione. A livello della pelle sono evidenti segni estetici importanti come rilassamento delle palpebre, occhi gonfi e rossi, occhiaie scure, pallore del viso, rugosità diffusa, angoli cadenti della bocca.
Temperatura: è stato indagato l’effetto negativo della temperatura elevata sull’invecchiamento cutaneo, tanto da parlare di invecchiamento cutaneo termico. Le indagini si sono concentrate sia sugli aumenti di temperatura durante l’esposizione solare e sui soggetti professionalmente esposti ad alte temperature.
Radiazioni: il foto invecchiamento indotto dalle radiazioni ultraviolette, l’influenza della radiazioni luminose visibili e degli infrarossi sulla riduzione della produzione di collagene, sulla modulazione della pigmentazione cutanea, sull’induzione della degradazione della matrice del derma, sulla modificazione della composizione lipidica dello strato corneo, sono tutti aspetti che negli anni hanno portato l’attenzione sulla necessità di fornire un supporto costante alla pelle di tipo antiossidante e foto protettivo, sia per uso interno che per uso esterno.
Cosmetici: il cosmetico deve essere sicuro per definizione, il che richiede in prima analisi una valutazione e una conoscenza approfondita di tutte le materie prime impiegate. Test specifici sulla conservazione, sulla tollerabilità, condotti sia in vitro che in vivo su volontari sani, costituiscono un importante contributo alla sicurezza.
L’orientamento verso la cosmesi naturale costituisce una scelta spesso guidata dalla ricerca di sicurezza e tollerabilità. Sappiamo anche che oggi la cosmesi naturale è diventata una tendenza in crescita nel mercato dell’estetica, in giro di naturale si parla tanto ma all’atto pratico nei prodotti talvolta di naturale c’è ben poco. Purtroppo questo contribuisce ad accrescere due falsi miti che provvederemo a sfatare: “non credo nel naturale” e “il naturale è bello ma ci vuole tempo”. Nel primo caso non si tratta di credere, non c’è da avere fede nelle piante officinali: i cosmetici naturali a base di estratti vegetali utilizzano la chimica presente nella pianta officinale, si tratta di molecole che a livello scientifico vengono opportunamente studiate sia in vivo che in vitro. Nel secondo caso è una questione di concentrazioni di attivi naturali e quindi di qualità degli attivi e delle formule. Nella misura in cui scegliamo con cura i cosmetici, valutandone gli attivi presenti e la loro concentrazione, valutando la qualità di emulsionanti e conservanti e il naturale smette di sembrare una promessa per produrre risultati concreti fin dalle prime applicazioni.
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