della Dr.ssa Mariuccia Sofia –
Nel vastissimo campo della Fitoterapia, un mondo meraviglioso al quale mi ha introdotto quasi vent’anni fa, Costanza Giunti, biologa ed erborista di cuore e valore, ci sono delle piante che ho imparato a maneggiare e ad amare: sono le adattogene, ideali per un medico PNEI che tratta spesso patologie Stress correlate.
Scelgo di scriverne perché le considero uno strumento adatto per chi ragiona in termini di prevenzione.
Prima di tutto perché adattogeni:
“Gli adattogeni sono generalmente piante o estratti vegetali che aumentano la capacità dei substrati biologici di adattarsi a particolari tensioni e di bilanciare i cambiamenti e le alterazioni endocrine nella funzione immunitaria.” (Brekhman & Dardymov, 1969).
Diverse piante rientrano in questa categoria: dal Ginseng (Panax ginsegn L.), all’Eleuterococco o Ginseng Russo (Eleutherococcus senticosus Maxim.), alla Rodiola o Ginseng Siberiano (Rhodiola rosea L.), alla cinese Schisandra (Schisandra chinesis Turcz, Baill.) oppure all’indiana Ashwagandha (Withania smnifera(L.) Dunal).
Si deve alla ricerca faramacologica negli anni della seconda guerra mondiale nell’ex Unione sovietica, la scoperta sostanze naturali in grado di aumentare le capacità e le potenzialità umane prima per fronteggiare la condizione di guerra e poi nell’ambito di una corsa per la produttività in un ambiente di guerra fredda.
Il farmacologo russo Nicolai Lazarev, nel 1947 crea il concetto di “adattogeno” per definire “una sostanza farmacologica capace di indurre in un corpo uno stato di maggiore resistenza non specifica che contrastava i segnali di stress e si adattava ad uno sforzo eccezionale”.
Un suo ex studente, capo del dipartimento di fisiologia e farmacologia dell’adattamento a Vladivostok, Israel Brekhman, proseguì gli studi sull’Eleuterococco e individuò tre caratteristiche d’azione degli adattogeni :
– l’aumento della resistenza del corpo contro aggressori di diversa natura (fisici, chimici o biologici) in modo non specifico;
– un’azione normalizzante, indipendentemente dai cambiamenti delle norme fisiologiche;
– un’assenza di tossicità (Brekhman 1968 , Annual Review of Pharmacology Brekhman e Dardymov 1969). F
Da allora gli studi sono proseguiti rafforzando un concetto che nella medicina tradizionale cinese era presente da migliaia di anni. I “tonici superiori” della MTC, erano l’equivalente degli adattogeni, utilizzati sin nell’antichità in Oriente perché capaci di regolare le varie funzioni fisiologiche dell’organismo umano, di aumentarne l’energia, promuovendo la salute generale senza trattare al contrario molte malattie specifiche.
Gli adattogeni risultano più efficaci per i loro effetti neuroprotettivi, in relazione alle funzioni cognitive in presenza di affaticamento, nonché alla loro efficacia in caso di astenia e depressione [Panossian 2011].
La loro azione non è antagonista inibente, ma agonista, ovvero uno stimolo sostenibile del complesso neuroendocrino e immunitario che favorisce un effetto protettivo nei confronti dello stress, nel lungo periodo di assunzione. Come quando si va in palestra e rinforzano i muscoli, aumentando la resistenza in condizioni estreme. Gli effetti delle piante adattogene sono associati al meccanismo endocrino che coinvolge l’asse corticotropico. [Panossian 2003, Panossian 1999a, Panossian 1999b, Panossian 2010, Panossian 2011, Wagner 1994].
Le piante adattogene possono essere definite come fattori di stress “soft” che riducono la reattività dei sistemi di difesa del corpo e diminuiscono gli effetti nocivi di vari fattori di stress dovuti all’aumento del livello base di mediatori coinvolti nella risposta allo stress. È una diminuzione della risposta del sistema di stress del corpo.
Lazarev a tal proposito affermava, “l’adattogeno è una sostanza farmacologica in grado di indurre in un corpo uno stato di maggiore resistenza non specifica per controbilanciare i segnali di stress e adattarsi ad uno sforzo eccezionale”.
Le mie preferite sono L’Eleuterococco e la Rodiola.
La prima, chiamata anche “ginseng russo” o “cespuglio del diavolo” è un arbusto spinoso con foglie palmate lunghe e picciolate della stessa famiglia del ginseng (Araliaceae). L’Eleuterococco è originario della Cina e del Giappone.
Apprezzata per le sue virtù rivitalizzanti e toniche, è ideale per sanare le riserve energetiche in soggetti di tutte le età.
La radice di eleuterococco è ricca di un gruppo di elementi chiamati eleuterosidi. Questi componenti contribuiscono alle virtù “adattogene” (adattamento del corpo alle diverse situazioni) che gli vengono attribuite. Infatti, la radice dell’Eleuterococco migliora la capacità del corpo di compiere uno sforzo fisico, aumenta la velocità di esecuzione e facilita il recupero.
La radice di Eleuterococco veniva tradizionalmente usata dagli sciamani siberiani e dalla medicina cinese.
Questa pianta è stata persino utilizzata dai cosmonauti russi per un migliore adattamento nei viaggi spaziali e dagli atleti degli ex paesi dell’Est Europa per ottenere migliori prestazioni sportive.
La Rodiola, chiamata anche “radice d’oro” o ginseng siberiano, è diffusa nell’Europa settentrionale e nelle regioni montuose dell’Europa e dell’Asia. Sono state identificate oltre 200 specie diverse appartenenti al genere Rodiola, di cui almeno 20 sono utilizzate nelle medicine tradizionali dell’Asia.
Il rizoma di Rodiola rosea ha un contenuto particolare e caratteristico in composti della famiglia dei fenilpropanoidi: rosavina, colofonia, rosarina, da qui il suo profumo di rosa.
Ideale per affrontare un periodo stressante (esami …), è anche usata per facilitare il rilassamento e trovare calma e serenità.
Oltre alle sue proprietà rilassanti, la rodiola è anche rinvigorente. Pertanto non è raccomandata la sua assunzione alla sera.
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