della Dott.ssa Leili Khosravi   –

Un ricerca recente, unica nel suo genere, ha rilevato che ogni città del mondo ha una sua impronta digitale microbica ben definita; vale a dire che se si analizzano i microbi di superfice di un vestito di un individuo proveniente da Roma avrà un set molto differente da chi proviene, ad esempio da Parigi.

David Danko e i suoi collaboratori recentemente hanno scritto un articolo dal titolo: “A global metagenomic map of urban microbiomes and antimicrobial resistamce. pubblicato in Cell”, vol 184, numero13, P 3376-3393, E17, 24 GIUGNO 2021.

Il team di ricercatori è formato da 60 organizzazioni di ricerca che hanno raccolto dati in 32 paesi in 6 continenti diversi, prelevando migliaia di campioni negli autobus e metropolitane, tamponando i punti che venivano toccati più spesso dalle persone; una sperimentazione su piano internazionale con l’obiettivo di documentare il bioma urbano con cui interagiscono milioni di persone ogni giorno.

Studiando il materiale genetico prelevato sono riusciti a creare un atlante globale dell’ecosistema microbico urbano, realizzando una vera e propria mappa microbica.

In questa ricerca, durata 3 anni, sono stati analizzati 4.700 campioni metagenomici e sono stati trovati più microbi ad oggi sconosciuti che microbi noti, comprendendo anche quasi 11.000 virus e oltre 1.300 tipi di batteri che non corrispondevano a nessuna specie nota.

Grazie a questa mappa oggi, con una approssimazione del 90%, si può accertare la provenienza di una persona.

E’ importante essere consapevoli che ogni volta che viaggiamo in treno o nella metro abbiamo la possibilità di incontrare non solo nuove persone anche una specie completamente nuova di microbi.

È possibile evitare questo? L’incontro con altri esseri umani? Con gli animali? I virus, i batteri, i miceti ecc. sono sempre dannosi?

Questo studio può aprire nuovi orizzonti di comprensione delle differenti scale della vita biologica e soprattutto può darci una visione nuova sui retti rapporti tra le scale della vita.

Certamente oggi possiamo affermare che le forme di vita biologica più diffuse e più abbondanti nella loro diversità su nostro pianeta sono i microrganismi, dove la conoscenza umana è molto limitata.

Già dagli anno ‘80 si comincia a comprendere l’importanza dei microrganismi anche nell’equilibrio della salute dell’essere umano.

Nell’agricoltura si conosce l’importanza di microrganismi non solo per la fertilità della terra ma anche per lo sviluppo e migliore crescita delle piante.

È possibile vivere senza incontrare altri? Uomini, animali, piante, microrganismi ecc.?

Chissà! Forse sta iniziando una fase in cui dovremo fare pace con l’idea che l’abbondanza delle forme e la loro diversità sono essenziali per la vita, e il nostro compito consiste nel creare un rapporto non basato su profitto e competizione, ma sulla cooperazione e comunicazione, facendo in modo che ogni essere di ogni regno di natura possa, pur conservando la sua individualità e quindi diversità, aver diritto alla vita nella propria scala e il diritto di comunicare con altre scale senza paura.

L’incontro e lo scambio sono il senso della vita, non è possibile vivere in salute nell’isolamento.

 

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