della naturopata Roberta Brunno –

Quando iniziano le contrazioni del parto, attraverso una cascata ormonale, il bambino comunica che è pronto per nascere, ciò vuol dire che è pronto a lasciare l’utero materno, sia fisicamente che energeticamente.

Ma il corpo energetico umano è complesso e molto delicato e il neonato dopo il parto ha bisogno di un periodo di latenza per adattare il suo corpo eterico, per formarlo e chiuderlo completamente, renderlo indipendente e poter continuare la sua vita senza placenta. Sarebbe opportuno quindi rispettare i tempi naturali del bambino e lasciare che sia lui a decidere di lasciare la placenta, senza forzare il taglio del cordone ombelicale secondo tempistiche mediche.

Questa procedura viene chiamata “Lotus Birth”. Il bambino resta collegato alla sua placenta e pochi giorni dopo la nascita, dai due ai tre o quattro giorni in media, il cordone si separa in modo naturale dall’ombelico del bambino. Il distacco avviene quando entrambi, bambino e placenta, hanno realmente concluso il loro rapporto e decidono sia giunto il momento della separazione. Inoltre, il contatto prolungato con la placenta permette al bambino di ricevere tutta la quantità del preziosissimo sangue placentare che è presente alla nascita e che la natura ha previsto per la costituzione del sistema immunitario.

È un periodo di transizione in cui il bambino può separarsi dal corpo della madre dolcemente e gradualmente e completare il suo corpo eterico oltre che trarne numerosi benefici. Infatti, non recidere il cordone ombelicale concederà al bambino il tempo ottimale per stabilire il proprio regime respiratorio, perché nel momento in cui viene reciso il cordone, il bambino dovrà immediatamente attivare il sistema respiratorio per poter sopravvivere. Questa attivazione richiederà un forte apporto di sangue: tutto il sangue che la natura ha previsto per questa funzione primaria. Se parte di questo sangue gli verrà negato perché resta nella placenta dopo la recisione del cordone, il neonato potrebbe andare in stress per la necessità di produrre sangue in breve tempo e l’adrenalina che si produce in caso di stress può avere un serio impatto sulla vita fisica ed emozionale del neonato. Infatti, il Lotus Birth permette una trasfusione placentare completa, perché quando si recide il cordone nella placenta resta dal 30 al 50% del sangue che apparterrebbe al bambino. Proporzionalmente, questo volume di sangue di circa 160 ml equivale a circa 1200 ml per una persona adulta.

Ed è ormai noto che il sangue placentare è molto ricco di elementi che sono determinanti per lo sviluppo di tutti gli organi del bambino e indispensabili ai fini di creare le basi per un sistema immunitario forte. Il ferro in esso contenuto è una validissima riserva contro l’anemia e lo proteggerà per un lungo periodo dell’infanzia. Quindi non separare il bambino dalla placenta prima che entrambi siano pronti a farlo naturalmente, gli permetterà inoltre, di ricevere una maggior quantità di cellule staminali e di supportare reni e fegato a smaltire le tossine dovute alla nascita.

Le sensazioni e le esperienze vissute dal momento del concepimento in poi sono registrate nel corpo sotto forma di memoria organica. Ciò significa che l’intelligenza, propria di ogni singola cellula di cui siamo formati, ha registrato ogni avvenimento e sensazione, anche se nulla di tutto ciò verrà poi ricordato a livello cerebrale, il nostro inconscio elabora queste esperienze e crea delle considerazioni sulle quali poi si costruiranno carattere e attitudini di ogni individuo. Ciò significa che il taglio del cordone ombelicale resterà impresso nel corpo e nell’inconscio come un trauma importante che purtroppo accomuna la quasi totalità degli esseri umani.

Spesso si usa la metafora “tagliare il cordone” per lasciare andare il figlio quando è pronto per allontanarsi dall’ambiente protettivo dei genitori. Ma il taglio prematuro del cordone e l’eliminazione rapida della placenta possono produrre nel bambino l’imprinting psicologico che gli sono state tolte le risorse ed è stato “abbandonato”. Per tale motivo, potrebbe succedere che, durante la sua vita, il bambino continuerà inconsciamente a ricercare quell’unione perfetta ma perduta con quella parte di sé che è stata la sua placenta.

Un’altra motivazione importante che il Lotus Birth considera è quella dell’integrità dell’essere. Perché il corpo fisico è il veicolo con cui l’essere umano fa le esperienze, ma è il corpo eterico, anche se non visibile agli occhi fisici, la matrice energetica del corpo fisico. Quindi quando si verifica un danno o una disarmonia nel corpo fisico, si verifica uno squilibrio anche in quello eterico. Ed essendo la placenta un organo del bambino, è naturale considerare che esso comprenda anche la placenta e che il taglio del cordone interrompa bruscamente il processo del completamento dello stesso corpo eterico. Per tale ragione, non tagliare il cordone significherà anche rispettare il senso di completezza e integrità dell’essere umano, oltre che il primo diritto dell’essere umano di essere donatore consenziente.

Trovo che il Lotus Birth sia una logica estensione della nascita naturale, perché ci permette di rispettare la fase del secondamento, ovvero la fase in cui nasce la placenta e di onorarla per essere stata la prima fonte di nutrimento del neonato. E per tutti i motivi sopracitati, mi piace pensare al Lotus Birth come il più dolce, sensibile e rispettoso modo per entrare nella vita.

 

BIBLIOGRAFIA

Braibanti L., 1993, Parto e nascita senza violenza, Edizioni Red, Cornaredo, Milano Giaimi D., 2015

L’energia della gravidanza, Edizioni Amrita, Torino Leboyer F., 1974

Per una nascita senza violenza, Bompiani, Torino Lim R., 2020

Il libro della placenta: Il chakra dimenticato, Macro Edizioni, Milano Rachana S., 2005,

Lotus Birth: il parto integrale, Amrita, Roma Schimid V, 2005,

Venire al mondo e dare alla luce, percorsi di vita attraverso la nascita, Feltrinelli, Milano

 

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