della Dott.ssa Maria Cristina Capodanno

 

 

La Psicosintesi, modello psicologico ideato da Roberto Assagioli all’inizio del 1900 è oggi un metodo di autoformazione utilizzato per sviluppare in modo armonico e creativo le potenzialità latenti nell’essere umano. Nella formazione del Naturopata è necessario considerare, oltre alla preparazione specifica nelle materie oggetto della professione, anche la necessità di dotare gli allievi di strumenti psicologici che si apprendono attraverso esperienze sia individuali che di gruppo, a favore di una continua autoformazione esistenziale. 

In questo senso la Psicosintesi è fondamentalmente una rieducazione al sentire e al sentirsi, al riconoscersi e spesso al riscoprirsi attraverso l’uso della sensazione. Il “conosci te stesso”!

Essendo l’autoformazione in Psicosintesi una prassi, abbiamo visto che questa richiede la capacità, e disponibilità, di mettersi in gioco. Il che vuol dire mettersi in discussione. E per farlo ci vogliono:

  • La voglia, o spinta, o bisogno di cambiare, la voglia di nuovo.
  • La motivazione per farlo, che spesso deriva da una insoddisfazione esistenziale, o da uno stato di disagio e sofferenza interiore.
  • Il coraggio di affrontare il disagio e la sofferenza, di prenderli in mano, di entrarci dentro. Di aprirsi alla “crisi”, anziché rifiutarla.
  • L’umiltà di confrontarsi con i propri limiti, di riconoscerli e farli propri, tenendo conto del fatto che se la verità (su di noi) può far male – come diceva una vecchia canzone – è solo per mancanza di umiltà. Chi può restare ferito, è solo il nostro orgoglio.
  • Il gusto della ricerca, e una certa curiosità.
  • Inoltre, l’attitudine alla sperimentazione, cioè a verificare ogni volta da se stessi e in se stessi le proposte che il modello psicosintetico fa – attraverso i libri o il formatore di turno; considerandole come semplici ipotesi da verificare personalmente ogni volta alla luce della propria prassi, ossia del proprio vissuto ed esperienza. Il che è scomodo da un gran senso di libertà.
  • Questo richiede una grande autonomia, una inclinazione ad essere autodidatti, perché essendo la Psicosintesi una prassi – e non un modello teorico, che come tale è valido per tutti – è chiaro che non potrà esistere un’unica Psicosintesi, ma che esisterà una Psicosintesi per ogni individuo. E che ciascuno dovrà costruirsela da sé. Mentre infatti una teoria può essere valida per tutti, e se la teoria è valida lo è, una prassi invece per definizione può esserlo solo per ciascuno.
  • È cioè un processo squisitamente autogestito, ovvero vissuto in proprio, in cui ciascuno è artefice della propria attitudine a vivere con responsabilità. Esattamente così come nessuno può mangiare o dormire al posto nostro.

La prassi della Psicosintesi ci libera dai condizionamenti e dalle aspettative degli altri; ci rende liberi di essere come “vogliamo essere”.

Da quanto detto sino ad ora si può comprendere l’enorme importanza che ha la conoscenza, comprensione e applicazione della Psicosintesi nella formazione del Naturopata. Un Naturopata con una personalità integrata e libera dalla necessità di influenzare la vita degli altri, rappresenta una garanzia per i clienti che potranno essere ascoltati nei loro bisogni e guidati alla scelta della cura migliore per le loro reali necessità. Quindi la scuola adotta per la formazione dei suoi allievi il motto della Psicosintesi; “Conosci, possiedi e trasforma te stesso”.

 

 

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