della Naturopata Mara Alfano

 

Il nome con il quale il Reishi è conosciuto dà un’idea di quanto esso sia riverito in Cina e Giappone. Gli antichi cinesi lo chiamavano Ling zhi, che significa “pianta dello spirito”. È stato chiamato il “fungo dei mille anni”, “il fungo della potenza spirituale” e “il fungo dell’immortalità” perché si ritiene che favorisca la longevità. Reishi è il nome con il quale è conosciuto in occidente e deriva dal Giapponese. Il nome latino è Ganoderma lucidum, dove “gan” significa lucido, “derma” pelle e “lucidum” brillante.

Esistono notizie sul suo impiego in Cina fin da vari secoli prima di Cristo. Ha una storia documentata in Medicina Tradizionale Cinese e Giapponese di oltre 2000 anni, ma ci sono segni del suo utilizzo che risalgono ad oltre 4000 anni fa. La farmacopea del 16º secolo, Pen T’sao Kang Mu, così descrive gli usi del Reishi: “… influisce positivamente sull’energia vitale, sul Qi del cuore …, aumenta la capacità intellettuale e potenzia la memoria …”.

 La leggenda del Reishi

Il Reishi ha una storia pittoresca. Secondo la leggenda, i sacerdoti taoisti del primo secolo d.C. furono i primi a sperimentarlo. Sembra che lo includessero in pozioni magiche che assicuravano longevità, eterna giovinezza e immortalità. All’epoca, essi praticavano l’alchimia ed erano noti per lanciare incantesimi e preparare strane misture. Erano considerati maghi o stregoni; secondo gli standard moderni potrebbero essere definiti ciarlatani. Ma non dimenticate che l’alchimia fu l’inizio della chimica, e gli sciamani, che curavano i malati evocando la forza della natura, furono i primi medici. Il Reishi occupò il posto d’onore nel più antico trattato medico della Cina, il Classico sulle Radici di Erbe del Contadino Divino, compilato intorno al 200 d.C. In tipico stile cinese, il trattato divide i 365 ingredienti che descrive in tre categorie: superiori, medi e accettabili. Nella prima, il Reishi è in cima all’elenco, prima del ginseng. Per appartenere alla categoria superiore, un ingrediente deve avere potenti qualità medicinali e non produrre effetti nocivi o collaterali se assunti per lunghi periodi. Ecco quanto afferma il libro a proposito del Reishi: “il gusto è amaro, la sua energia atmosferica neutra; non è tossico. Cura l’accumulo di fattori patogeni nel torace. E’ buono per il Qi della testa, incluse le attività mentali. Tonifica la milza, aumenta la saggezza, migliora la memoria, impedendoti di dimenticare. Se assunti per lunghi periodi alleggerisce il corpo, e tu non diventerai mai vecchio. Allunga gli anni. Ha potere spirituale e sviluppa lo spirito, rendendoti simile agli immortali”.

 

Caratteristiche Generali

Il Reishi è un fungo parassita e saprofita, non commestibile per il suo gusto amaro e la consistenza legnosa. È annoverato tra le 10 sostanze terapeutiche naturali più efficaci esistenti. Viene utilizzato sotto forma di polvere, in decotti acquosi, in estratti alcoolici o in capsule, per le sue spiccate proprietà farmacologiche. L’habitat naturale del Reishi sono le province umide della costa della Cina, dove contribuisce al decadimento di ceppi o tronchi di castagno, di quercia e di altri alberi a foglie larghe. In Giappone cresce su vecchi alberi di prugno. Ha una forma che ricorda quella del rene e, una volta raccolto, non deperisce né perde la sua forma o lucentezza. Le spore a maturazione appaiono sulla superficie dandogli un aspetto di carta vetrata. Il Reishi può avere sei colori:

Rosso – akashiba Bianco – shiroshiba Blu – aoshiba Nero – kuroshiba Giallo – kishiba Porpora – murasakishiba

Sulla base dei colori nella tradizione sono stati anche differenziati i possibili utilizzi, ma la specie con maggiore azione benefica sull’organismo è l’akashiba cioè quella rossa. In molti commercializzano prodotti contenenti Ganoderma lucidum, ma questi hanno una scarsa o nulla azione a livello fisiologico.

 

Componenti bioattivi

Il Ganoderma lucidum contiene minerali quali ferro, zinco, rame, manganese, potassio, calcio, germanio; vitamine del gruppo B, in particolare B1, B2, B6, B9, vitamina C, vitamine E, ergosterina precursore della vitamina D2; 17 amminoacidi tra cui tutti quelli essenziali; polisaccaridi e glicoproteine; quasi 100 enzimi; steroli precursori ormonali; sostanze ad attività antistaminica; triterpeni.

 

Azione Terapeutica

Antitumorale: azione dei polisaccaridi, betaglucani e proteoglicani che combinano i loro effetti antitumorali, migliorando il sistema immunitario. Un altro fattore è il germanio, un oligoelemento che sembra avere azione analgesica. Questo fungo ha anche la proprietà di inibire l’NF-kB (Nuclear Factor Kappa B) che le cellule tumorali utilizzano per promuovere l’infiammazione dei tessuti dove si depositano, rafforzando in tal modo il loro sviluppo. I composti immunostimolanti e antitumorali riducono gli effetti collaterali della chemioterapia e radioterapia, prevenendo la formazione delle recidive e metastasi. Potenzia il sistema immunitario promuovendo un aumento del numero e dell’attività dei linfociti T, monociti (macrofagi), cellule NK e cellule LAK, permettendo di agire contro un ampio spettro di batteri e virus (in particolare contro i virus di influenza e herpes simplex). I suoi triterpeni hanno anche dimostrato grande efficacia contro il virus Epstein-Barr (EBV) e l’inibizione della trascritta inversa dell’HIV. Grazie all’alto contenuto di triterpeni ha un’attività antinfiammatoria paragonabile a quella dell’idrocortisone (ma senza i suoi effetti collaterali). Questa azione spiega il suo rapido effetto sui casi di artrite e malattie infiammatorie croniche. Grazie all’effetto immunoregolatore e immunosoppressivo dei polisaccaridi e l’effetto antistaminico dei triterpeni (acido Ganoderico C e D e ciclo-octasolfuro) svolge un’azione antiallergica molto importante. L’acido Ganoderico S e l’adenosina inibiscono lì aggregazione piastrinica, rendendo più fluido il sangue e abbassando la pressione sanguigna. A questo si aggiunge l’azione ipotensiva di diversi acidi ganoderici, contenuti nel fungo, che inibiscono l’azione dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE) del sistema retina-angiotensina-aldosterone. È ipolipidemizzante grazie a diversi acidi ganoderici che inibiscono la sintesi del colesterolo endogeno, bloccando l’enzima HMG-CoA reduttasi, insieme ad una diminuzione del colesterolo LDL e dei trigliceridi. L’acido Ganoderico R (un triterpene), non solo migliora i profili delle transaminasi e della bilirubina, grazie alla sua azione antinfiammatoria, ma ha anche dimostrato effetto anti-fibrotico in casi di epatite C cronicizzata. Test su animali da laboratorio hanno dimostrato l’effetto degli acidi Ganoderici A, B e C (polisaccaridi), aumentando la secrezione dell’insulina, diminuendo la resistenza cellulare all’insulina e migliorando il metabolismo epatico del glucosio. Grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e antiaggreganti, oltre all’aumento dell’ossigenazione e all’effetto ipotensivo, ipolipidemizzante e ipoglicemizzante di questo fungo, si produce un miglioramento generale dell’omeostasi, in particolare nelle persone in età avanzata. Ciò si traduce in un significativo recupero della memoria e nella stabilizzazione della progressione in caso di Alzheimer. Questo fungo è considerato “l’antiaging naturale” per eccellenza. Infine è adattogeno, rilassante e stabilizzante del sistema nervoso centrale (SNC). Alcuni ricercatori ritengono che molte proprietà terapeutiche del Reishi siano dovuti ad alto contenuto dell’oligoelemento germanio: una media del 0,1%, circa 4 volte il contenuto del ginseng. A questo germanio, altamente biodisponibile, è attribuito sia l’effetto adattogeno del fungo, sia il suo potere immunostimolante e la sua capacità di ossigenare il sangue.

 

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Sitografia

www.funghi-medicinali.it

www.istitutomicoterapico.it

 

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