della Dott.ssa Costanza Giunti

 

 

La Sindrome dell’intestino irritabile (SII) comunemente è chiamata colite. In passato, data l’insufficienza delle conoscenze e dei mezzi diagnostici, era difficile individuare l’eziologia del processo infiammatorio che caratterizza la colite, ma di fatto esistono vari fattori, variabili negli stessi soggetti, e nello stesso individuo, in momenti diversi e individuabili ormai con le tecniche endoscopiche, coprologiche e radiologiche, per cui non è più corretto l’uso di un termine così generico come colite.

Tale patologia può essere provocata da cause quanto mai varie, alcune hanno un colotropismo occasionale, altre eccezionale, altre a prevalente disfunzione motoria e molte hanno un’eziologia multifattoriale, che non si può limitare da un punto di vista anatomo-patologico al solo colon, ma talvolta investe l’intero sistema gastrointestinale. Il colon è un risuonatore sensibilissimo, non soltanto per ciò che ne attenta le funzioni e di quanto ne modifica le strutture in una parte o l’altra dei suoi segmenti, ma anche di ciò che turba l’integrità psicosomatica dell’organismo. Per questo è esposto e disposto a subire aggressioni di ogni genere, andando incontro a infiammazioni acute e croniche che talvolta restano ignote, estinguendosi in breve tempo, o si protraggono, riacutizzandosi precocemente o possono durare a lungo.

Le infiammazioni del colon hanno una patogenesi che talvolta si scosta da quella di altri organi e che andrebbe valutata caso per caso, più che tenendo conto della causa scatenante, prendendo in considerazione tutti quei cofattori di esposizione e mantenimento del processo al fine di stabilire perché in quel determinato individuo, in quel determinato momento e non in altre modalità, si sviluppa ed evolve.

La SII oggi viene collocata fra le colopatie a prevalente disfunzione motoria. La prevalenza della malattia è la stessa in soggetti bianchi, neri e ispanici, con una maggioranza nel sesso femminile. È la malattia dell’apparato gastrointestinale (GI) più frequente e rappresentante circa il 30% di pazienti che si rivolgono al gastroenterologo con sintomi che insorgono anche prima dei 35 anni. I meccanismi patogenetici principali includono alterazioni della motilità gastrointestinale, incremento della percezione viscerale, fattori psicosociali. Negli ultimi anni, con una conoscenza più approfondita del SNE (Sistema Nervoso Enterico), si è evoluta una linea di pensiero che valuta altri meccanismi patofisiologici nel determinare la SII, collegati a una disregolazione tra l’intestino, il SNE e il SNC: il BAG (Brain-gut-axis); questo circuito sarebbe modulato, oltreché da fattori psicosociali, anche da fattori locali, come infezioni e infiammazioni. Un’altra linea di ricerca verte sul ruolo svolto dal sistema immunitario. Il BGA mostra una stretta relazione tra la funzione del SNC e l’intestino, mediato dal SNE, che influenza autonomamente la funzione intestinale, il complesso motorio, la peristalsi ed è costantemente controllato e modificato sia dal sistema simpatico che dal vago. Il cervello e l’intestino si influenzano reciprocamente sulle esperienze e sulla regolazione del dolore viscerale. Il sistema limbico (corteccia anteriore del cingolo, insula e talamo mediale) è coinvolto nella percezione del dolore, arricchito della componente affettiva ed emozionale e a sua volta può modulare l’esperienza dolorosa attraverso vie nervose discendenti. Il BGA ha dunque il ruolo di riunire sensazioni afferenti viscerali e funzioni motorie intestinali con i centri corticali che modulano le loro attività. Su tutte queste interazioni complesse il MALT (tessuto linfoide associato alle mucose) ha ormai ampiamente dimostrato un ruolo spesso determinante.

I sintomi e i rimedi

Si va dal senso di fastidio addominale, dalla stipsi ostinata alla diarrea. Sintomatologie di tipo dispeptico con meteorismo, flatulenza, tensione addominale spesso accompagnate da cefalea, depressione, ansia, astenia, difficoltà di concentrazione. La terapia convenzionale prevede l’uso di farmaci ad azione antispastica, di antidiarroici o lassativi nella forma con stipsi, questi ultimi richiedono di essere usati solo per brevi periodi, rischiando di ottenere gli effetti contrari.

Inoltre, essendo sempre di più accertato il ruolo dello stress, vengono consigliati sedativi blandi.

Le indicazioni di tipo alimentare sono indirizzate verso cibi non irritanti né eccitanti e l’integrazione con probiotici a base di microrganismi vivi (è stato evidenziato che il macrobiota dei pazienti affetti da SII è diverso da quello di soggetti sani). Consigliate 2–3 capsule (ogni capsula 3 miliardi) al giorno.

Questo determina un riequilibrio dell’alterata attività intestinale e il mantenimento dell’eubiosi intestinale.

La fitoterapia può essere un valido supporto terapeutico, anche protratto nel tempo. Un trattamento generale, in seguito da personalizzare in base alle varie tipologie e anamnesi del soggetto, è quello di migliorare i sintomi generali con piante ad azione antimeteorica, antispasmodica, anche sotto forma di tisana come:

Menta piperita foglie     g 25

Anice frutti         g 20

Finocchio frutti g 25

Enula radice       g 30

Un cucchiaio in 250 ml d’acqua, tutto a freddo, far bollire 3 minuti, far riposare 20 minuti.

Bere 1 tazza dopo i 3 pasti.

Oramai, riconosciute le proprietà della Menta, in questi casi, sarebbe raccomandato anche l’uso dell’Olio essenziale che da studi clinici in doppio cieco nel 79% dei pazienti (0,2 ml, 2-3 volte al dì) ha dimostrato un semplice e stabile miglioramento.

L’Enula, ricca di inulina, una fibra solubile, facilita la digestione, aumenta i bifido batteri con diminuzione dei cocchi gram +. Altra pianta ad azione antidistonica, riequilibrante nelle forme neurovegetative e sulle varie somatizzazioni è il MG di Ficus carica 1DH 60–70 gocce diluite in acqua prima dei 3 pasti.

Se presente stipsi, evitare se possibile piante ad antrachinoni, se non per breve tempo.

Aiutarsi con lassativi di massa come semi di Lino, Psillio, Ispagula semi. In gravidanza può essere utile un lassativo osmotico tipo Manna o Polpa di Tamarindo.

Se presente diarrea piante ad azione astringente, disinfettanti come:

Mirto foglie        g 30

Quercia corteccia o galle              g 30

Uva ursina          g 40

1 cucchiaio in 250 ml di acqua.

Far bollire in 5 minuti. Far riposare 15 minuti. Bere 1–2 tazze al giorno.

Si consiglia l’inserimento dell’Uva ursina perché, oltre a contenere tannini, per effetto dell’arbutina può ostacolare le eventuali infezioni delle vie urinarie spesso correlate a disturbi intestinali a causa della migrazione di batteri dall’intestino. Se presenti infezioni, specie da HB (Helicobacter Pylori), per evitare, almeno nei casi gestibili con la fitoterapia, il circolo vizioso al quale porterebbe l’uso degli antibiotici, si potranno consigliare cicli di tintura di Propolis.

Sono stati fatti studi accurati in merito presso l’università di Siena (3).

Se fosse presente allergia alla Propolis, si potrà utilizzare un mix di oli essenziali a base di:

OE Timo Bio       30%

OE Lavanda Bio 30%

OE Origano Bio 20%

OE Limone Bio  20% 6- 8 gocce in miele o yogurt

dopo i 3 pasti per almeno 15 giorni.

In supporto all’azione antimicrobica generale di timo, origano e limone, la lavanda in particolare eserciterebbe un’azione antispasmodica e rilassante generale, assolutamente indicata in questa patologia.

Nei casi con una forte componente psicosomatica, oltre a consigliare tecniche di rilassamento, yoga e/o supporto psicologico è indicato l’uso di piante adattogene come la Rodiola o l’Eleuterococco, in compresse titolate, anche da assumere per periodi prolungati, specifiche per molte problematiche legate allo stress.

Addirittura alcune forme di SII mimetizzate, che si manifestano magari con stipsi, causano un’infiammazione intestinale che può indurre un eccesso di serotonina, la quale satura i sistemi di riassorbimento della stessa e, desensibilizzando i recettori, può causare un arresto delle peristalsi con stipsi e dunque un deficit di serotonina nel cervello con conseguenti forme depressive.

Sono estremamente complesse e articolate le relazioni che regolano la funzionalità gastrointestinale e gli altri sistemi.

Un aiuto per il generale mantenimento del benessere dell’intestino è fornirlo ciclicamente di oli polinsaturi per il mantenimento e il supporto nel naturale ricambio della mucosa intestinale. Si consiglia:

Olio Borragine (o Lino) Bio 40 ml

Olio Girasole Bio 30 ml

Olio Germe di Grano Bio 30 ml

1 cucchiaio a metà colazione.

Far seguire bevanda calda.

Se presenti stati infiammatori, tisana a base di:

Meliloto fiori     g 35

Altea radice        g 35

Liquirizia              g 30

1 cucchiaio in 250 ml di acqua tutto a freddo. Far bollire 3 minuti, far riposare 20 minuti. Filtrare e bere

2-3 tazze al giorno lontano dai pasti almeno un’ora.

Il Meliloto è indicato per la sua azione calmante e antispasmodica a livello intestinale, l’Altea per la sua azione dovuta all’elevata quantità di mucillagini, per il suo potere antinfiammatorio e protettivo. La Liquirizia, oltre a facilitare la digestione in generale, è gastroprotettiva, antiflogistica e indicata anche per la dimostrata attività antivirale, antiallergica, antiradicalica ed epatoprotettiva.

Bibliografia

1)            AA. VV. Monografia ESCOP, Le basi scientifiche dei prodotti fitoterapici, Ed. Planta medica, 2006.

2)            AA. VV. UNIGASTRO – Coordinamento Nazionale docenti Universitari di Gastroenterologia, Manuale di Gastroenterologia, Roma, Editrice gastroenterologia italiana, 2007–2009.

3)            Biagi M, Miraldi E, Figura N, et al, Gastro- protective and anti Helicobacter pylori activites of propolis, Siena University, Department of Environmental Sciences, in Planta Med Stuttgard – New York 2011.

4)            Enders G, L’intestino felice, Sonzogno di Marsilio Editori, Venezia, 2015.

5)            Gershon MD, Serotonin and implication for the management of Irritable Bowel Syndrome, 2003.

6)            Pietta P, Pietta A, Fitomedicine e nutrienti, G. M. Ricchiuto Editore, 1996.

7)            Grundmann O, Yoon Sl, Irritable bowel syndrome: Epidemiology, diagnosis and treatment: An update for healthcare practioners, J Gastroenterol Hepatol, gennaio 2010, PMID.

8)            Negri M, La Medicina. Progressi II, Utet Scienze Mediche, Milano, 2005.

9)            Rahimi R, Abdollahi M, Herbal medicines for the management of irritable bowel syndrome: A comprehensive review, World J Gastroenterol, February 2012, Baishideng.

10)         Saller R, Pfister-Hotz G, Iten F, Melzer J, Reichling J, Iberogast: a modern phytotherapeutic combined herbal drug for the treatment of functional disorders of the gastrointestinal tract, in From phytomedicine to “evidence based phytotherapy”. A systematic review, Complementary and Natural Classical Medicine, British Library, 2002.

11)         Tomasz M, The Brain-gutaxis in irritable bowel syndrome. Clinical aspect, Med. Sci. Monit. 2004, 125–131.

 

 

 

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