della dott.ssa Valentina Irato naturopata –
Nei boschi umidi, nei luoghi ruderali e nelle zone ricche in azoto, si fa posto una pianta dal portamento arbustivo:
il Sambucus nigra L.
Diffuso in tutta l’Europa centrale e meridionale, in Italia è presente dal mare al piano montano, è una pianta appartenente alla famiglia delle Caprifoliaceae.
Noto come sambuco comune o sambuco nero, facilmente riconoscibile per i fiori bianchi e odorosi, per le bacche dal colore nero lucente, è una pianta utilizzata nei secoli per la preparazione di rimedi ed oggi è largamente impiegata in fitoterapia.
Il suo nome botanico pare derivare dal greco sambuché, strumento musicale a fiato di origine fenicia, ottenuto dai rami cavi dell’arbusto. La denominazione latina “nigra” = nero, fa riferimento al colore delle bacche.
Nel calendario arboreo dei Celti, il Sambuco è associato al tredicesimo mese lunare, che rappresenta la fine del vecchio anno celtico che si concludeva con la festa di Samhain, festività collegata ai morti. Il sambuco quindi presenta una duplice simbologia per i Celti: da una parte vi è il richiamo alla morte, alla fine di un ciclo, dall’altra il punto di passaggio verso la trasformazione, il rinnovamento e rinascita, poiché ogni fine ha un nuovo inizio.
Nella tradizione cristiana veniva usato nei riti funerari, infatti al defunto si poneva sul capo una corona di fiori e foglie, bacche o rami, come conforto per il viaggio verso l’aldilà, mentre nella tradizione pagana veniva utilizzato come protettore della casa e del bestiame.
In natura, è presente una specie simile al Sambucus nigra, il Sambucus ebulus L., che si distingue dal precedente per l’altezza e per l’aspetto delle bacche. Spesso viene utilizzato per sofisticare i fiori di S. nigra.
Anche se le foglie, la corteccia fresca e i frutti non completamente maturi sono molto tossici, il sambuco è largamente utilizzato in fitoterapia.
La droga, ovvero la parte di pianta contenente i principi attivi dotati di proprietà medicinali, è costituita dai fiori e dai frutti, anche se è conosciuto un utilizzo officinale della corteccia e delle foglie.
I fiori sono ricchi in triterpeni, flavonoidi, mucillagini e derivati caffeici liberi ed esterificati. Possiedono proprietà diaforetica (sudorifera), diuretica ed emolliente. L’infuso dei fiori di Sambuco è utilizzato nella medicina popolare nelle malattie da raffreddamento, in presenza di febbre, nelle infiammazioni dell’albero respiratorio e nelle affezioni reumatiche. Per uso esterno, per le proprietà astringenti e lenitive sulla pelle, sono utili a normalizzare la secrezione sebacea, possono essere impiegati sui foruncoli, scottature e in caso di emorroidi. Inoltre possono essere utilizzati come correttivo del sapore nelle tisane.
I frutti, eduli, possono essere consumati freschi o utilizzati per la preparazione di marmellate, liquori e vini. Occorre fare attenzione che i frutti siano ben maturi poiché quelli acerbi possono determinare fenomeni di intossicazione per la presenza di glicosidi cianogenetici. Essi contengono vitamine, eterosidi del cinadiolo, flavonoidi, acido citrico e malico, zuccheri ed olio essenziale e possiedono proprietà depurative e lassative.
Al succo delle bacche vengono attribuite proprietà antibatteriche e antinevralgiche. Recenti studi hanno dimostrato che l’estratto di bacche di Sambuco rafforza il sistema immunitario per la presenza di bioflavonoidi.
Tisana antinfluenzale
Sambuco fiori 30
Tiglio Fiori 30
Spirea olmaria sommità 20
Rosa canina cinorrodi 20
Indicata nelle malattie da raffreddamento febbrili nelle quali è richiesto un incremento della sudorazione. (Kommission E)
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