del dr. Filippo Sanna –
Il 2020, nel bene e nel male, è stato un anno che ricorderemo a lungo. Ci troviamo nel bel mezzo di una pandemia, perciò parlare di una pianta medicinale che da sempre è manifesto di Salvezza e Salute potrebbe essere appropriato, ma soprattutto (si spera) di buon auspicio!
La Salvia officinalis è una pianta medicinale dalle straordinarie ed innumerevoli proprietà salutistiche. Legata a svariati usi e tradizioni popolari, ha sempre avuto un posto d’onore nella storia dei popoli del mediterraneo. Ognuno di noi è in grado di identificarla facilmente e quasi tutti ne possediamo almeno una in giardino.
Nel linguaggio dei fiori la salvia era ed ancora è simbolo di benessere, ma anche il simbolo delle massaie, poichè vegetale che nella sua semplicità mostra innumerevoli virtù.
Il suo stesso nome rivela immediatamente il suo storico vigore come presidio medicinale: Salvia deriva dal latino salvus (salvo, sano) e dal verbo salvere ( salvare). È la pianta protettrice della Salute per antonomasia.
In tempi antichi era considerata addirittura l’erba dell’immortalità.
È un presidio che racchiude in sé una storia straordinaria: utilizzatissimo come medicinale già dagli Egizi (che l’adoperavano per l’imbalsamazione, per la fertilità, per la peste etc) e dai Greci, nel Medioevo veniva considerata una panacea miracolosa, in grado di curare magicamente qualsiasi male e propiziare fortuna, saggezza, longevità e protezione.
Era l’erba sacra dei Latini: l’utilizzo era così comune che inventarono un verbo per descriverla (‘Salviare’, ovvero ‘dare una pozione di salvia’). La scuola medica di Salerno, una delle più note del medioevo, coniò l’espressione “Salvia salvatrix, natura conciliatrix”.
I Greci ne proibirono l’utilizzo durante le competizioni sportive perché le sue proprietà euforizzanti ed eccitanti sembravano dopare gli atleti. Nel sud della Francia si usa ancora dire che “chi ha una salvia nel proprio giardino non ha bisogno del medico”. Tra i Romani vi era invece l’usanza di bruciarne le foglie per purificare gli ambienti. Plinio il vecchio nella sua Naturalis historia ne descrive l’utilizzo come antidoto efficace contro il veleno di serpenti e scorpioni.
Tra le abitudini dei nostri bisnonni c’era quella di strofinarsela sui denti per sfruttare la sua azione sbiancante, disinfettante e preventiva nei confronti di carie, alitosi ed altre problematiche del cavo orale.
Oggi è ancora uno dei capisaldi dell’erboristeria, ed è spesso fondamentale anche in cucina, in cosmesi ed in liquoreria. Oggi l’efficacia dei suoi utilizzi popolari è stata confermata dalla scienza e dai recenti studi della Fitoterapia moderna.
Dal punto di vista botanico il genere Salvia comprende circa 900 specie erbacee e arbustive perenni.
Originaria dell’Europa meridionale e coltivata oggi in tutto il mondo la Salvia officinalis è l’unica specie arbustiva tra le numerose erbacee diffuse in Italia. Cresce al meglio nei luoghi sassosi calcarei ed aridi ed è una delle aromatiche più semplici da coltivare. È caratterizzata dal caule quadrangolare e da foglie verdi-argentate, ovali-oblunge, rugose e vellutate al tatto (che secondo la teoria della signatura medievale erano caratteristiche che indicavano l’utilizzo della pianta per le infezioni del cavo orale).
I fiori tubulari violacei sono riuniti in infiorescenze tipiche delle labiateae. Tutta la pianta è fortemente aromatica e molto amara, in piena conformità con le specie della stessa famiglia. Stesso discorso vale per l’olio essenziale, che viene immagazzinato all’interno di peli ghiandolari.
Si utilizzano proprio le foglie: il suo periodo balsamico va da aprile a luglio.
La droga intera essiccata di buona qualità non deve contenere meno di 15 ml/kg di o.e.
Composizione chimica caratteristica delle foglie:
Olio essenziale (1-3%) caratterizzato da alfa-tujone, beta-tujone, canfora, 1,8-cineolo, Derivati caffeici (3,5%), Triterpeni (4%), Flavonoidi (1,1%), Sali minerali (>3%).
Le attività farmacologiche degne di nota sono davvero tantissime: quella antimicrobica, antifungina, antivirale, sedativa sulla muscolatura liscia (imputabile all’o.e.), quella antinfiammatoria (ascrivibile al fitocomplesso), spasmolitica, carminativa, antiossidante e radical scavenger (i derivati caffeici sono i costituenti più attivi in questo senso). Il fitocomplesso risulta inoltre valido per la protezione gengivale, per l’attività antisudorifera e per l’attività vasomotoria (diminuzione delle vampate per effetto antidopaminergico). Importantissima e conosciuta sin dall’antichità è l’attività fitoestrogenica (luteolina e apigenina).
Come altre piante della famiglia delle Labiatae può agire a livello nervoso e cortico-surrenale e al loro pari possiede importanti proprietà antisettiche. È anche antispasmodico e stomachico. È depurativa e diuretica. È ipertensiva, motivo per cui va sconsigliata agli ipertesi in alte dosi.
Fiori e foglie e soprattutto l’olio essenziale da essi derivato è un potente tonico che, a causa del Tujone, può risultare tossico per il SNC fino a risultare epilettogeno e convulsivante (anche a piccole dosi).
La salvia è indicata in convalescenti ed in tutti i casi di astenia e sovra stenia. La sua validità come tonico-stimolante sul SNC porta ad un miglioramento delle prestazioni mnemoniche e ad una migliore reattività. Si registra un’attività anticolinesterasica dell’o.e. ed in particolare dell’1,8-cineolo.
Regolarizza le secrezioni delle vie intestinali e le dispepsie dovute ad atonia intestinale, digestione lenta, inappetenze. È utile nelle bronchiti croniche e nell’asma.
Un aspetto interessante della pianta è il suo utilizzo e la sua efficacia come presidio emmenagogo. Come accennato, nell’antico Egitto le donne bevevano tisane a base di Salvia per promuovere la fertilità, la scienza ha confermato che il suo utilizzo stimola la regolarità del ciclo femminile.
È stata utilizzata moltissimo in epoca medievale nella pratica ginecologica e la sua validità viene oggi confermata da studi recenti. Regolarizza i flussi mestruali, calma i dolori, combatte i disturbi della menopausa. Poiché utero-tonica, occorre essere cauti ed evitarne l’uso in gravidanza. Stimola la contrazione della muscolatura liscia endometriale.
Per uso esterno è consigliata nelle leucorree, afte, stomatiti, laringiti, piaghe atone, alopecia. Sulle punture di insetti e vespe, nelle piaghe atone, come sebo-normalizzante.
L’o.e. viene utilizzato come colagogo e coleretico ma soprattutto ad uso esterno come antiflogistico, antimicrobico, dermoriequilibrante per l’eccessiva sudorazione.
È grazie alla presenza di alcuni flavonoidi che risulta utile anche in formulazioni cosmetiche anticellulite, grazie alla capacità di diminuire l’infiammazione e la permeabilità a livello capillare, riducendo di conseguenza gli edemi.
l’European Medicine Agency ci fornisce delle precise indicazioni terapeutiche: trattamento della dispepsia e meteorismo, dell’eccessiva sudorazione, di infiammazioni ed ulcere minori della mucosa orofaringea (stomatiti e gengiviti). A livello topico è indicata per le infiammazioni della pelle, ferite cutanee, abrasioni, foruncoli. La durata dei trattamenti non dovrebbe mai superare le due settimane.
Alcune preparazioni particolarmente consigliate:
TM disinfettante con proprietà antisettiche per alitosi (TM 30 gocce in acqua più volte al giorno)
Decotto: 1 g di droga in 150 ml di acqua. Bollire per 15 minuti. Raffreddare, filtrare e bere.
Di seguito riporto una tisana formulata dalla dott.ssa Giunti, utile per alitosi, gengiviti ed in generale per flogosi del cavo orale, ma anche come tisana eupeptica e tonico fisico e mentale:
Menta foglie 50 gr
Salvia foglie 30 gr
Altea radice 20 gr
Chiodi di Garofano 10 gr
50-60 gr di preparato in un litro d’acqua. Appena inizia a bollire, spegnere e lasciare in infusione per 20 minuti. Filtrare e bere 3-4 tazze al dì sorseggiando lentamente o facendo gargarismi e sciacqui dopo i pasti.
Potremmo passare intere giornate a parlare della Salvia senza mai cadere nella banalità… E’ un vero e proprio gioiello dell’erboristeria, perché possiede innumerevoli proprietà e singole molecole molto interessanti: una ricchezza racchiusa in una semplicità di reperimento, coltivazione ed utilizzo unica nel suo genere. Una pianta che mette d’accordo tutti e che ognuno di noi, all’occorrenza, è in grado di sfruttare a suo piacimento.
Un’ulteriore piccola dimostrazione di quanto questa pianta sia ritenuta ancora oggi interessante e degna di nota per il mondo accademico è data dai recenti studi in vitro come antivirale nei confronti del Covid-19 , poiché agisce inibendone il processo di replicazione con risultati superiori rispetto a farmaci del calibro di remdesivir, clorochina e favipirar. In questo caso si parla solamente di test preliminari , ma possiamo affermare fermamente che la Salvia in futuro sarà ancora una grande protagonista tra le piante officinali, come lo è stata fino ad ora.
Attraverso questa piccola parentesi fitoterapica desidero augurare a tutti Voi un felice e sereno 2021!
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Puoi contattare il dr. Filippo Sanna
e-mail: sanna.qualiterbe@gmail.com
Bibliografia
Decotti e tisane, Costanza Giunti, 2001, Tecniche Nuove
Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Enrica Campanini, Tecniche Nuove, 2012.
La salvia: pianta sacra e medicinale, Giuseppe De Vitofranceschi, SugarCo Edizioni, 1983.
European Medicine Agency. Community of Herbal monograph on Salvia officinalis L., Folium . Committee on Herbal Medicinal products (HMPC), Final 12 November 2009
Acharya Balkrishna , Rashmi Mittal , Vedpriya Arya. Computational Evidences of Phytochemical Mediated Disruption of PLpro Driven Replication of SARS-CoV-2: A Therapeutic Approach Against COVID-19. Curr. Pharm. Biotechnol, 2020 Nov 10.
Enciclopedia degli oli essenziali. Julia Lawless, Tecniche Nuove, 2005